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Il Fondo sovrano norvegese macina utili grazie alla BCE

Finanza
Il Fondo sovrano norvegese macina utili grazie alla BCE
(Teleborsa) - I Fondi sovrani hanno macinato utili nell'ultimo trimestre grazie alla spinta impressa dalla BCE, che ha ridotto i tassi d'interesse dell'Eurozona ed all'effetto positivo prodotto sui mercati dall'attesa di tagli dei tassi da parte della Fed, ufficializzati solo a settembre. Ne è un esempio il Fondo sovrano norvegese, che ha chiuso il terzo trimestre con un utile 835 miliardi di corone norvegesi, pari a circa 76 miliardi di dollari, citando la spinta impressa al mercato azionario dal calo dei tassi di interesse.

Il Government Pension Fund Global, uno dei più grandi investitori istituzionali al mondo, ha dichiarato che alla fine di settembre il valore degli asset in gestione (AuM) aveva raggiunto 18,870 trilioni di corone.

Il rendimento complessivo del fondo si è attestato al 4,4%, ovvero 0,1 punti percentuali in meno rispetto al rendimento dell'indice di riferimento FTSE Global All Cap per le azioni (Bloomberg Barclays per il reddito fisso) prescelto dal Ministero delle Finanze norvegese quale benchmark.

"Abbiamo ottenuto rendimenti positivi in ??tutti i nostri settori d'investimento. Il calo dei tassi d'interesse ha portato ad un ampio rialzo del mercato azionario", ha spiegato Trond Grande, vice Amministratore delegato di Norges Bank Investment Management (NBIM), società che gestisce il più grande fondo sovrano al mondo, aggiungendo che i cambiamenti nella politica monetaria hanno avuto "un impatto piuttosto significativo" sui risultati del fondo.

Guardando più in dettaglio alla composizione del portafoglio del grande fondo sovrano norvegese, rispetto ad valore complessivo degli asset di 18,8 trilioni di corone, circa 13,5 trilioni sono stati investiti nel mercato azionario, poco più di 5 trilioni nel reddito fisso, 319 miliardi in investimenti immobiliari non quotati e 22 miliardi ib infrastrutture per le energie rinnovabili. Le azioni dunque rappresentano il 71,4% del fondo, il reddito fisso il 26,8%, gli immobili non quotati l’1,7% e le infrastrutture per le energie rinnovabili solo lo 0,1%.
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