"Il prossimo 9 giugno scendiamo tutti nelle principali piazze italiane per mettere il parlamento e l'opinione pubblica di fronte a un problema: ancora mancano soluzioni condivise e utili per il Paese sulla scuola". È quanto annuncia il
presidente nazionale Anief Marcello Pacifico."La scuola protesta ancora – spiega Pacifico – perché nel
decreto Sostegni bis sono state individuate delle soluzioni per risolvere alcuni problemi che vanno contro quello che si era detto nel Patto per la scuola sottoscritto tra Governo e le altre confederazioni sindacali rappresentative. Questo è vero in particolar modo per il
reclutamento. In quella sede, ribadendo la necessità di avere gli insegnanti tutti in cattedra il primo settembre, si era detto di intervenire subito sul precariato andando ad affrontare insieme i problemi e le soluzioni. Questo confronto non c'è stato e le soluzioni contenute nel decreto legge sono deleterie perché, come si legge nella Relazione tecnica, è prevista l'
assunzione di soli 18mila precari su 125mila posti autorizzati. Nella stessa Relazione si dice che il prossimo anno ci saranno altri 60mila posti vacanti che saranno dati sulla base di concorsi. Il problema è che ad oggi
non c'è una risposta sul precariato. Noi come Anief abbiamo le idee chiare: sosteniamo che bisogna reclutare in primo luogo dalla prima fascia delle graduatorie sulle supplenze, senza nessun paletto, perché queste persone sono abilitate, specializzate, o stanno per specializzarsi e abilitarsi, e insegnano da anni ed è dunque giusto che possano essere reclutate. Bisogna poi scorrere la seconda fascia per tutto quel personale che non ha specializzazione e abilitazione ma che potrebbe averla grazie a corsi organizzati dallo Stato come è stato fatto in passato. Sono proposte sensate, il sindacato non vuole stravolgere l'ordine del mondo, vuole che si dia una risposta ai precari della scuola, si dia una risposta alle famiglie con la continuità didattica, si dia una risposta all'Europa".
L'Anief solleva, poi, il
problema della mobilità. "Va bene ridurre da 5 a 3 anni il vincolo ma se poi l'assegnazione provvisoria che permetteva per un anno agli insegnanti di restare nella sede vicina alla propria famiglia, viene abolita anche quando il posto vacante c'è, – sottolinea il leader del sindacato – questo, dopo il Covid, va a infierire ancora di più sul rapporto tra vita e lavoro che dovrebbero essere entrambi costituzionalmente protetti".
Infine
l'Anief evidenzia la questione degli organici. "Dobbiamo prepararci ad affrontare a settembre i possibili problemi derivanti dal Covid e dalle sue nuove varianti e per questo, – conclude Pacifico – dal momento che gli spazi disponibili nelle scuole sono sempre quelli, abbiamo bisogno di un piano straordinario immediato che riduca il numero di alunni per classe. Solo così possiamo pensare di affrontare un altro anno scolastico, il terzo, al tempo del Covid".
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