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Denunciamo le condizioni in cui versa la scuola italiana e anche il suo personale. E' una
scuola sempre più vecchia: 235mila fra insegnanti e amministrativi over 60, la più alta cifra nella Pubblica Amministrazione con
nessun riconoscimento del burnout". Lo ricorda
Marcello Pacifico, Presidente del sindacato
Anief, nel giorno dello sciopero della scuola.
"E' una
scuola che comunque è
sempre più rosa - il 77% è donna - ma ancora con
limitazioni al diritto alla mobilità, quindi al diritto alla famiglia, al diritto alla maternità. È una scuola, purtroppo, con più del 25% precario, quindi uno su quattro", ricorda il sindacalista, aggiungendo "da 25 anni
esiste una direttiva europea che nel nostro Paese non è rispettata per il personale scolastico italiano".
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Più di 500.000 colleghi e colleghe hanno avuto
più di 36 mesi di servizio: nel privato sarebbero stati stabilizzati invece nel pubblico continuano a essere chiamati come supplenti, perché c'è un
abuso dei contratti a termine e viene
violato anche il principio di non discriminazione".
"Non c'è la parità di diritti e quindi di trattamento giuridica ed economica - ricorda Pacifico - tra personale precario e di ruolo. E' vero che
questo viene
riconosciuto dai Tribunali grazie ai ricorsi portati avanti da Anief in Italia e in Europa, con cui abbiamo
restituito più di 22 milioni di euro negli ultimi 2 anni, però questo ancora non basta".
Per il Presidente di Anief, "bisogna
stanziare delle risorse per legge e bisogna sancire per legge una
specifica indennità che venga data senza fare ricorso, E, ancora, bisogna anche
prevenire questo abuso dei contratti con un
doppio canale di reclutamento che permetta l'assunzione degli idonei dei concorsi, anche quelli del 2023, così come dei precari storici".
"E' una scuola che però ad oggi ci chiede anche di
allineare gli stipendi agli altri dipendenti pubblici come era 20 anni fa: Si sono persi
più di 650 euro al mese, 8,000 euro annui rispetto a 20 anni fa, rispetto ai dipendenti dei Ministeri e dell'INPS. E' una scuola che ci chiede una
finestra per andare in pensione prima, a 60 anni, come per le forze armate o le forze dell'ordine, E ci chiede anche il
riscatto gratuito degli anni di formazione universitaria e
della laurea, che serve per accedere a questa professione".
"Sono tutte
rivendicazioni che portiamo avanti e quindi che stiamo chiedendo al governo, proprio mentre è in discussione la Legge di Bilancio", conclude Pacifico.
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