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Sciopero del 15 novembre del personale scuola: le ragioni di Anief

"Le ragioni dello sciopero sono molto semplici. Il 15 novembre manifesteranno in tutta Italia gli idonei del concorso ultimo Pnrr: in migliaia hanno superato le prove ma non sono nelle graduatorie di merito pur in costanza di posti. Sono, infatti, tantissimi i posti vacanti,
tutto questo è irragionevole. Protesteranno anche i precari con più di 36 mesi di servizio: sono più di 400mila in Italia e noi li vogliamo tutelare. È una protesta soprattutto contro la precarietà che mina la continuità didattica e mina anche il valore e il lavoro che ognuno di noi ha fatto in passato e che i precari continuano a fare. È quanto afferma Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief spiegando le ragioni dello sciopero del personale docente, ATA ed educativo, a tempo indeterminato e a tempo determinato, delle Istituzioni scolastiche ed educative, proclamato da Anief per il prossimo 15 novembre.

Tra le ragioni che hanno portato il giovane sindacato a scioperare il prossimo 15 novembre figura la mancata risposta dello Stato italiano sull'abuso dei contratti a termine, 25 anni dopo la direttiva europea 70/99 che chiede ai Paesi membri di assumere i precari dopo 36 mesi di supplenze. Le altre richieste che il giovane sindacato fa al Governo sono quelle di rinnovare il sistema di reclutamento per immettere in ruolo su tutti i posti disponibili, assumere in ruolo gli idonei dei concorsi, spostare nell’organico di diritto tutti i posti in organico di fatto e in deroga

"L'Italia – prosegue Pacifico – è stata deferita in Corte di Giustizia Europea proprio perché 10 anni dopo una procedura di infrazione non si è adeguata. La normativa del nostro paese italiana non è conforme a una direttiva di 25 anni fa dell'Unione Europea sui contratti a termine. Questa direttiva non è rispettata nel pubblico impiego e non è rispettata nelle nella scuola. Servono misure di prevenzione per l'abuso dei contratti a termine con un doppio canale di reclutamento che va ad assumere tutti gli idonei, ma anche i precari con più di 36 mesi di servizio, dalle graduatorie delle supplenze. Serve poi per legge inserire un'indennità che non deve essere rimessa ai giudici ma deve essere data automaticamente nel contratto per chi è abusato dopo 36 mesi. Serve, inoltre, insediare e mettere nel nostro
ordinamento questo principio di non discriminazione della parità di trattamento economica e giuridica tra personale precario e di ruolo. Oggi un precario per vedere riconosciuti i propri diritti deve fare un ricorso. Noi vorremmo che in futuro, invece, fosse lo Stato che recependo la normativa eviti questi ricorsi risarcendo tutti coloro che hanno avuto un abuso. Per ora basta ricorrere in tribunale per avere un risarcimento: abbiamo dato più di 20 milioni di euro negli ultimi 20 mesi però vorremmo che finalmente l'Italia si adeguasse all'Europa".
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