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Le guerre dei danni collaterali


Si sviluppano potenziali drammi di vendetta verso ritorsioni disumane con la creazione di ghetti invivibili specie in Medio Oriente e lo stesso Andreotti nel 2016 in Parlamento disse: "Ognuno di noi se fosse nato in un campo di concentramento e fosse lì da oltre 50 anni e non avesse alcuna prospettiva di potere dare ai propri figli un avvenire sarebbe un potenziale terrorista", è la nostra disumanità che crea i demoni nell'animo umano. Si realizza un mondo amorale in cui le persone diventano oggetti consumabili sul lavoro e nella loro vita quotidiana intenti a perseguire il solo interesse personale a costo di porre in essere comportamenti illeciti tali da cancellare il VII comandamento, "Non rubare". L'aggressione all'Iraq colpevole di avere armi di distruzioni di massa, di fatto inesistenti, genera nel 2003 l'invasione del paese per esportare una crudele democrazia che ad oggi fa risultare oltre un milione di morti ed il disfacimento del paese che ritorna ad un passato antico.

Poi abbiamo gli scontri in Libano, in Siria, in Egitto dove i danni collaterali sono gonfiati dai milioni di profughi che cercano la salvezza anche a costo di morire e noi ci troviamo ad affrontare i danni collaterali delle guerre che diventano per noi drammi sociali, economici ed umanitari tali da creare tensioni sociali crescenti. Rimane la dimenticata guerra in Somalia dove si stima che negli ultimi 25 anni siano morte 500.000 persone. Si aggiungono poi le vittime dello scontro tra Russia ed Ucraina in parte generato, come ha suggerito il Papa Francesco, dalla crescente estensione della Nato e poi lo scontro tra Hamas ed Israele con il dramma dei civili di Gaza che hanno superato il numero di 20.000, un danno collaterale che sembra essere riconosciuto solo a parole.

Papa Francesco recentemente ha detto: "Forse non ci rendiamo conto che le vittime civili non sono danni collaterali ma sono uomini e donne con nome e cognome che perdono la vita, sono bambini che rimangono orfani privati del futuro, sono persone che soffrono la fame e la sete, il freddo che rimangono mutilate per colpa di armi sempre più devastanti e generatrici di malattie mortali. Se riuscissimo a guardare ciascuno di loro negli occhi a chiamarli per nome e revocargli la loro storia personale guarderemmo la guerra per quello che è, una tragedia immane che colpisce la dignità di ogni persona su questa terra".

Siamo di fronte al dramma globale del crollo di un sistema di civiltà che si è illuso di onnipotenza priva di scrupoli morali con troppe dichiarazioni che sembrano solo foglie di fico dobbiamo assistere all'inerzia colpevole e dolosa delle istituzioni internazionali capaci di prendere provvedimenti senza farne realizzare nemmeno uno e di pensare solo ai propri personali interessi. Il dramma dei danni collaterali conferma una drammatica realtà che quando questi diventano sproporzionati rispetto agli obiettivi che li hanno generati diventano, in questo modo, essi stessi obiettivi da perseguire senza scrupoli morali ed umani è il dramma di un mondo che sembra senza futuro capace di divorarsi la sua stessa anima.
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