L'azione o l'inazione del
FMI rappresentano la più evidente distonia tra i mezzi ed i fini di un modello socioculturale arrivato al capolinea ed un suo fallimento prima sociale che economico. Il FMI, nato in un periodo storico che provava a rimettere insieme i cocci di società distrutte dalla guerra,
ha finito per dimenticare le finalità per le quali era stato costituito. In mancanza, forse voluta, di una ridefinizione del ruolo, in un contesto monetario profondamente cambiato, ha finito per essere un problema e non una soluzione ai problemi per i quali era stato destinato, arrivando paradossalmente a complicarli. Le posizioni recentemente assunte mostrano quanto sia lontano dalla capacità di proporre soluzioni ai problemi sia sociali che monetari, prigioniero di una rigido modello culturale, fallito nei fatti, che antepone la moneta e la finanza alla società. Non si riesce più a capire quale sia il suo DNA:
cos'è oggi il FMI? Ma soprattutto,
a chi risponde della sua responsabilità verso la società che doveva proteggere? Sembra Amleto che si continua a domandarsi: "Essere o non essere? Questo è il problema".
Il FMI venne costituito a Bretton Woods quando si definirono le regole del sistema monetario con la parità aurea del dollaro all'oro, delle altre monete al dollaro e
venne istituito a garanzia degli equilibri globali economici e monetari il Fondo Monetario Internazionale il 22 luglio del 1944. Quattro anni dopo venne costituito l'ONU e stesa la dichiarazione dei diritti universali dell'uomo. Queste iniziative fondamentali per la ricostruzione della società umana ora sembrano svanite nel nulla, ma ricordate solo in modo spesso ipocrita come una foglia di fico per giustificare l'abuso di interessi imperialistici esattamente opposti a quelle dichiarazioni.
Se guardiamo alla storia non è passato tanto tempo da allora, ma è come se quel tempo fosse un'eternità. La cultura monetarista si è slegata da ogni vincolo anche morale ed ha dettato una "deregulation" tale da potere innalzarsi a giudice supremo ed a determinare anche gli assetti democratici dei singoli stati.
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