Con un'
economia che cresce a una velocità tranquilla, un'
inflazione che ha ripreso a scendere, un ciclo di
tagli dei tassi che sta per iniziare e con le
elezioni americane sempre più vicine sarebbe bizzarro avanzare l'ipotesi di un'inversione di tendenza nei mercati.
Si può quindi restare investiti e partecipare a un rialzo degli asset finanziari che in fondo ci indennizza della perdita di potere d'acquisto provocata dall'inflazione degli anni scorsi. Questo non comporta però un'adesione acritica e totale alla narrazione prevalente, a tratti compiaciuta e trionfalistica.
Raccogliamo quindi qui alcuni di quelli che il diritto canonico definisce
dubia,
ovvero perplessità e richieste di chiarimento che i vescovi possono trasmettere alla Santa Sede su questioni controverse o poco chiare. Ai dubia, nel diritto canonico, seguono le responsa.
Qui, in questo contesto profano, di risposte non ne daremo, ma già formulare qualche dubbio (o semplicemente fornire un contesto a quello che sta accadendo, relativizzandolo) può avere forse un minimo di utilità.
La
prima perplessità è sulla coerenza della narrazione prevalente. Come notano alcuni osservatori, tra i quali Andy Constan, è difficile conciliare la forza dei bond con quella dell'azionario.
I
bond scontano una discesa del Pil nominale verso il 3-3.5 per cento nei prossimi anni, con un 2 di inflazione e un 1-1.5 per cento di crescita reale. Alla minore inflazione corrisponde infatti, nella narrazione obbligazionaria, una decelerazione della crescita.
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