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Redditometro, spesa pubblica ed il miraggio della "razionalità"


Molti dei processi di riforma, come il redditometro, si sono distinti per quello che potremmo definire il "miraggio della razionalità" con l'idea che i processi e le relative responsabilità possano essere definite a priori in maniera razionale frutto della cultura giuridica che si muove lontano dalla realtà per definire un sistema astrattamente ideale che si scontra con la realtà quando la deve governare. La realtà si muove in un'altra direzione. Nel paese reale i processi e le relative responsabilità sono spesso condivisi, partecipati e frequentemente non sono attribuibili ai soggetti scelti in maniera corretta come abbiamo sopra delineato.

Un approccio più lucido nella definizione dei processi di riforma deve potersi calare nella realtà avendo comprensione e conoscenza dei processi amministrativi altrimenti diventa una complicazione. E' necessario porre attenzione ed enfasi all'introduzione contestuale di strumenti e regole di rendicontazione idonee a dare trasparenza alle scelte politiche, ai risultati ottenuti, alle risorse raccolte ed impiegate rispetto ai cittadini, alle altre istituzioni presenti all'interno del paese, agli attori operanti a livello sovranazionale come l'UE per evitare conflitti e facili repliche. Se vogliamo ragionare in termini di chiarezza e di reciprocità fra differenti soggetti, ha più senso disciplinare il modo in cui ciascuno renderà sostanzialmente conto di ciò che ha fatto piuttosto che il modo in cui ciascuno dovrebbe teoricamente comportarsi.

Il tema del controllo sulle entrate e sulle uscite trova un problema nella indefinita struttura di un paese che oscilla perennemente tra stato centrale e/o stato federale, questa attuale oscillazione va risolta per non rimanere eternamente nel guado perché questo rende già di per sé meno efficaci le politiche pubbliche di sviluppo e di risanamento del paese ed i fatti lo dimostrano drammaticamente ogni singolo giorno. Accanto alla definizione di modello di stato è necessario definire in modo più chiaro anche il ruolo dello stato nell'economia. Occorre sostenere il progressivo passaggio da stato che interviene in maniera opaca nell'economia sia come produttore di servizi sia impropriamente come è successo andando a sussidiare o sostenere aree di imprenditorialità privata inefficienti a stato regolatore capace di regolare lucidamente l'intervento dei privati ed il ruolo del mercato; questi problemi sono oggi sul tavolo irrisolti per motivi diversi che vanno dalle conflittualità politiche, sociali, alla mancanza di competenze adeguate sia nel pubblico che nel privato in grado di sostenere un dialogo costruttivo e non un conflitto di accuse in cui tutti perdono. Nei casi recenti - Ilva, Itavia… - l'indecisione politica ha ritardato o compromesso la definizione di soluzioni che in un mercato difficile e variabile rapidamente erano già più complesse e difficili che in precedenza.
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