Il FMI si è staccato dagli indirizzi fondamentali per cui il suo statuto l'aveva costituito, lasciando quello keynesiano per il quale era stato pensato. Per non dimenticare, gli scopi "assoluti" elencati come premessa dello statuto erano:
I) Promuovere la "
cooperazione" monetaria internazionale… con consultazioni e "collaborazione"…;
II) Facilitare l'espansione e la crescita "equilibrata" del commercio internazionale… e contribuire a mantenere elevati livelli di "occupazione e di reddito" e sviluppare le risorse di tutti i paesi…;
III) Promuovere la "
stabilità dei cambi… evitare svalutazioni competitive dei tassi di cambio"…;
IV) Aiutare "un sistema di pagamenti"… eliminare le restrizioni valutarie che limitano il commercio…;
V) Assicurare agli stati membri la disponibilità temporanea di risorse… ed evitare di ricorrere a misure che rischierebbero di compromettere la prosperità nazionale o internazionale…;
VI) Conformemente a quanto sopra, "ridurre la durata e l'ampiezza degli squilibri"…
In tutte le sue politiche e decisioni il FMI si ispira agli scopi enunciati in questo articolo.
Il confronto con la situazione attuale è in stridente contraddizione nei fatti, tra uno statuto ed un'operatività del FMI che sembrano avere dimenticato o voluto dimenticare le sue finalità istitutive.
A partire dalla caduta del muro di Berlino gli interessi della finanza, della politica ed anche dell'Accademia hanno forzato un cambiamento della realtà e della genesi dell'economia che è stata fatta diventare un gioco matematico e piegata alla finanza e ad un monetarismo senza limiti tecnici né morali.
Il FMI non ha posto nessuna resistenza alla dirompente invasione della finanza e della deregulation imposta dagli interessi superiori di questo modello culturale e si è allontanato dalle radici di salvaguardia degli equilibri tra paesi avvallando operazioni finalizzate a forme di destabilizzazione sociale e politica.
Il FMI doveva essere un fondo di cooperazione al quale i singoli stati potevano accedere per mantenere in vita l'economia e la società ed il boom economico del dopoguerra contribuì a ridisegnare un mondo che era sembrato irrecuperabile. L'illusione di un mondo nuovo finì agli inizi degli anni Settanta, quando unilateralmente gli Usa dichiararono finiti gli accordi di Bretton Woods ed il sistema "
gold exchange standard" per passare al "
dollar exchange standard". Di colpo il mondo si ritrovò ostaggio di un regime di tassi di cambi fluttuanti che cambiò radicalmente il sistema monetario basato sul dollaro in un gigantesco sacro tempio della speculazione i cui sacerdoti venivano ammantati di una falsa sacralità infallibile .
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