Un
altro aspetto dominante è l'
invasività della giurisprudenza nel sistema dei controlli che ne esaspera la complicata soffocante normativa, ogni volta che si presenta un problema la soluzione diventa sempre la stessa: inasprire la norma, creare un nuovo organo di controllo che, però, non si interfaccia con gli altri o infine creare una nuova norma: abbiamo passato le 200.000 norme contro le 6.000 della Francia o le 7.000 della Germania: un mostro giuridico che frena qualsiasi azione di reindirizzo perché la forma diventa sostanza.
L'altro deteriore aspetto è l'
approccio deterministico alla realtà economica che ha natura sociale e non può essere investigata con un approccio deterministico, come si può fare nelle scienze positive, ma solo con un approccio probabilistico che è tipico delle scienze sociali,
la razionalità assoluta si scontra con la realtà probabilistica. Troppo spesso questa visione rende inattendibili le stime e le relazioni che vengono fatte sui casi investigati; talora la valutazione di un bilancio di un comune complesso viene fatto solo su alcune voci che spesso non sono rappresentative della realtà indagata e manca completamente la visione e l'analisi dei processi produttivi e spesso gli indicatori di risultato sono un'offesa al buon senso.
Oggi si pone il problema come centrale delle analisi previsionali esattamente nel periodo storico in cui queste hanno la precedenza assoluta, perché abbiamo una visione del futuro che non supera i pochi mesi che abbiamo davanti. La crisi della finanza che abbiamo davanti, ed è manifesta nei prodotti tossici che ci hanno avvelenato, non è quasi mai stata toccata da un'analisi approfondita e competente dei fatti
lasciando impuniti troppi reati finanziari giustificando così il "moral hazard". La previsionalità è fondamentale e va supportata con strumenti di analisi contabile che derivano dall'economia aziendale e che sono quasi sconosciuti alla magistratura contabile, parlare di controllo preventivo della gestione, avviare sistemi di internal audit e di risk management è fondamentale per provare a tenere sotto controllo una spesa che scivola via nell'intricato bosco di norme troppo spesso inutili,
per ogni nuova norma ne andrebbero cancellate dieci e forse si potrebbe portare l'efficienza troppo spessa conclamata ma quasi mai raggiunta nelle analisi.
Il problema in definitiva non sono le analisi preliminari che devono essere chiare, perseguibili e flessibili ai possibili cambiamenti, ma i
sistemi di misurazione e controllo delle previsioni che vanno continuamente monitorate per verificare che
oggi sono inadeguati e rendono eterne le procedure di analisi che rischiano di diventare inutili perché troppo in ritardo.
Ha fatto bene il governo a dare evidenza alla tempistica inadeguata delle analisi preventive, ma il vero problema è andare oltre e affrontare una profonda revisione dei sistemi di controllo inadeguati oggi alla necessità del paese, non solo per il PNRR ma per cominciare a fare una seria spending review sulla spesa pubblica prima che vada fuori controllo. Non si risolvono i problemi con gli stessi mezzi culturali che li hanno creati.
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