(Teleborsa) -
La Manovra "si muove all’interno del sentiero tracciato" dal PSB e dei relativi
"vincoli di spesa" fissati, allo scopo di "o
rientare il debito pubblico su un percorso di riduzione" e nello stesso tempo
"rendere strutturali" misure come la riduzione del cuneo fiscale e la revisione delle aliquote Irpef, l'aumento della spesa sanitaria e l'adeguamento degli stipendi pubblici. "Tale disegno - ricorda la Corte die conti - viene
perseguito utilizzando i margini di ulteriore ricorso al deficit resi disponibili da un
quadro tendenziale migliore delle stime di aprile 2024".
"Il
quadro prospettato non privo di una sua intrinseca organicità,- si sottolinea -
rimane, tuttavia, difficile e richiederà scelte importanti dal momento che passa per una strutturale riduzione e ricollocazione della spesa, strada obbligata per conseguire avanzi di bilancio sufficienti a ricondurre il debito su un profilo plausibilmente discendente".
La magistratura contabile, ricorda che questo governo per primo ha "avviato un
percorso di graduale revisione del sistema delle spese fiscali", che definisce
"un passo significativo" anche se "di scarso impatto finanziario" dal mento che riguarda "poco meno del 3 per cento dei contribuenti". "Si tratta di misure - notano i giudici contabili - non prive di
elementi che richiedono un’attenta riflessione: infatti, esse finiscono per acuire la
penalizzazione dei nuclei familiari mono reddito".
"Sul fronte della spesa importanti
progressi si registrano nel
comparto del lavoro pubblico", afferma la Corte, ricordando che "sono
stanziate le risorse per rinnovare i contratti collettivi nazionali e per l’adeguamento delle retribuzioni del personale delle amministrazioni statali per il triennio 2025-2027,
superando, come la Corte aveva più volte auspicato, le
negative conseguenze di una frammentazione del processo di definizione del quadro generale delle risorse destinate alla contrattazione collettiva".
L'aumento delle
risorse destinato alla
sanità - rileva la magistratura contabile - "consente di
rispondere solo parzialmente agli interventi considerati indispensabili per consolidare le prospettive del settore", anche a causadella "mancanza di una chiara programmazione".
"
Limiti analoghi si ritrovano nelle modalità che ha assunto la significativa e opportuna accentuazione del risultato atteso dalla '
spending review'. "
Manca - si afferma - una chiara indicazione di come questa si traduca, già nella fase di
programmazione, in una attenta revisione dei diversi ambiti di spesa interessati" e, nel complesso, "la ripartizione proporzionale dei tagli adottata a livello centrale rappresenta una soluzione legata ai tempi stringenti imposti dalla manovra ma
risulta insoddisfacente".
"La riduzione degli stanziamenti di spesa porterà ad un
calo nel prossimo biennio delle spese di investimento dell’amministrazione centrale che è in parte
recuperato nel 2027 quando inizia ad operare il
nuovo fondo destinato ad assicurare il finanziamento degli
investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese", sottolinea la Corte, ricordando che lo strumento dovrà
"Per il riavvio dopo il 2026 di un ciclo espansivo di investimenti pubblici nazionali, coerente con i livelli di crescita attesi sarà necessaria la definizione di una strategia chiara, e al contempo ambiziosa, che garantisca un consolidamento dei risultati che saranno acquisiti a conclusione delle linee progettuali del PNRR", conclude la Corte, ribadendo che "i vincoli imposti alla manovra, in un quadro che torna ad essere caratterizzato da incertezze sulle prospettive economiche, mettono in evidenza il ruolo cruciale che vengono ad assumere gli interventi del PNRR, sia nel campo infrastrutturale sia in quello degli incentivi agli investimenti delle imprese".