Certamente, sulla debolezza dei prezzi al consumo incide senz'altro il
basso costo del petrolio e di alcune materie prime. Tuttavia, anche depurando il dato sull'
inflazione da queste variabili, rimaniamo ben lontani dal target del 2% indicato dalla BCE come livello necessario per alimentare una robusta ripresa. Dunque, nel nostro caso, la presenza di prezzi bassi e stagnanti indica che il volano dell'economia semplicemente non si è ancora rimesso in moto e che crescita, domanda e consumi languono inesorabilmente.
Se poi verremo risucchiati, come molti temono, in una
spirale deflazionistica le cose, decisamente, si complicano. Infatti la deflazione – sempre quella "cattiva" che deriva da una stagnazione della domanda e dei consumi – è particolarmente
pericolosa perché agisce sulle aspettative, sul "sentiment" degli operatori economici. Qualsiasi imprenditore che si aspetti una riduzione dei prezzi dei macchinari tenderà, al possibile, a rimandare l'acquisto di un nuovo impianto per la propria azienda. Analogamente, un padre di famiglia, in un contesto deflazionistico, tenderà a rimandare l'acquisto dell'auto confidando in un risparmio futuro.
Il problema è che, così facendo, si interrompe la "catena di trasmissione economica" e si genera una pericolosa reazione a catena. Il venditore di macchinari, a seguito del rinvio dell'acquisto, proverà ad abbassare ulteriormente i suoi prezzi alimentando così la spirale deflazionistica. E se non è sufficiente, finirà inevitabilmente per ridurre i propri consumi o per licenziare un dipendente
alimentando così la stagnazione dell'economia.
In secondo luogo la deflazione è altamente pericolosa perché è
subdola. Infatti, la deflazione
non fa crollare l'economia, ma la narcotizza lentamente, senza shock e senza traumi, con la conseguenza che la pericolosità del suo movimento strisciante viene spesso sottovalutato sin quando non è troppo tardi. Dunque, se è vero che le aspettative di operatori e mercati assumono un ruolo fondamentale nel tentativo di uscire dalla spirale bassa inflazione/deflazione, ben vengano ulteriori interventi della BCE quali una
riduzione dei tassi di interesse ed il varo di un
Quantitative Easing 2.
Non bisogna tuttavia trascurare che gli
stimoli monetari sono solo degli acceleratori in grado di imprimere una forte spinta iniziale al volano dell'economia. Il movimento successivo può essere impresso solamente dalle politiche e dalle riforme strutturali varate dalle Istituzioni europee e dai singoli Governi.
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