In questa fase di collasso finanziario emergono le stridenti
misurazioni delle agenzie di rating rispetto ai fatti reali; come si può dare il giudizio di
tripla A (AAA) a stati come gli Usa e la Francia che hanno un debito esplosivo che si avvita su sé stesso? Basti pensare alla situazione di merito dell'Italia che pur andando meglio, va male comunque, delle due precedenti si trova con un giudizio di tripla B (BBB) con il rischio che un peggioramento diventi difficile da sostenere. Per chiarire la strumentalità opportunistica e manipolativa delle agenzie di rating è necessario fare luce sulle loro strine di contraddizioni che vanificano il loro giudizio usato solo dalla finanza per destabilizzare i paesi sovrani, sempre meno sovrani perché hanno lasciato spazio ad una finanza che opera come un senato virtuale sopra gli stati.
Il
"Rating" è un metodo utilizzato per valutare sia i titoli obbligazionari di debito, sia le imprese in base al rischio finanziario delle loro attività produttive sia a partire dagli anni novanta, nel decennio ricordato per gli attacchi speculativi, ai paesi il rating diventerà una prassi usuale per attribuire un giudizio di merito ai debiti dei singoli paesi con metodologie incoerenti e basate su una logica deterministica a fronte della complessità valutativa che comporta l'analisi di un sistema sociale per il quale la logica deve essere di tipo probabilistico. Le valutazioni del rating sono emesse ad opera delle cosiddette agenzie di rating. In questo caso si definiscono rating di merito creditizio.
Si può far risalire l'origine del rating a Henry van Poor. Durante la sua vita Poor si batté affinché le aziende fossero obbligate a rendere pubblici i propri bilanci, in particolare ai possibili investitori.
Il rating viene espresso attraverso un voto in lettere in base al quale il mercato stabilisce un premio per il rischio da richiedere all'azienda per accettare quel determinato investimento. Scendendo nel rating aumenta il premio per il rischio richiesto e quindi l'emittente deve pagare uno spread maggiore rispetto ad un tasso di riferimento.
I rating sono periodicamente pubblicati da agenzie specializzate, principalmente Standard & Poor's, Moody's e Fitch Ratings, partecipate a loro volta da grandi multinazionali e qui comincia la filiera degli interessi sia speculativi che di indebolimento di assetti di società funzionali a detenerne una posizione di orientamento geopolitico. Una prima tipologia di potenziale conflitto di interesse riguarda i soggetti che pubblicano i rating e nel contempo svolgono attività di banca di investimenti, le banche d'affari. Il rating potrebbe essere strumentalizzato nell'interesse della banca ovvero dei clienti per attività speculative in Borsa, o per l'acquisizione di asset a prezzi di realizzo. Un declassamento del rating di aziende o soggetti pubblici particolarmente indebitati, ha la conseguenza a breve termine di provocare un rialzo degli interessi applicati ai prestiti in corso, e quindi un aumento degli oneri finanziari. Il debitore potrebbe cedere beni immobili e mobili di sua proprietà a prezzi di realizzo, per evitare un peggioramento del rating. Il potere del mercato obbligazionario, come vediamo oggi, sta nel fatto di poter sanzionare un governo facendo aumentare il costo del suo indebitamento si viene a determinare così un effetto domino, infatti l'aumento del costo del debito aumenta sia il debito che il deficit e gli investitori alzano la guardia vendendo i titoli di quel debito facendo diminuire i prezzi e facendo alzare gli interessi.
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