Paradossalmente l'uomo ha costruito un mezzo, l'economia e la finanza, che continua a mantenere sempre più autonomo ed indipendente da sé stesso che nel soddisfargli i bisogni che gli propone gliene crea sempre di nuovi più sofisticati e personalizzati rivolti alla soddisfazione di continuamente mutevoli bisogni personali di breve tempo. Ma l'economia e le tecniche devono mantenersi dotate di senso, la loro attività deve avere un criterio di misura, una gerarchia di valori, una consapevolezza di quali bisogni possano considerarsi giusti e quali sbagliati, è necessaria una corretta economia del vivere altrimenti si forma un sistema infinito di desideri che afferma la sua assoluta libertà di soddisfarli. Una crescita dell'economia continuamente basata sulla capacità di soddisfare bisogni creandone sempre di nuovi non può essere considerato un dogma come invece succede oggi ed allora forse è il momento di ripensare a quale modello di sviluppo sia più coerente con la necessità di riportare l'uomo al centro dell'economia.
Se si potesse esprimere questa volontà di libertà dell'uomo come capacità di rispondere illimitatamente ai suoi desideri la si potrebbe esprimere con la seguente formulazione suggerita sempre da Sorokin (
La crisi del nostro tempo, pag. 167, ed Arianna 2000 e prima edizione 1941):
Somma dei mezzi ---------------------------- Somma dei desideri
Se il grado di libertà è espresso dalla realizzazione dei desideri, il numeratore ed il denominatore devono essere uguali se invece il numeratore è inferiore si pongono due alternative: l'individuo rinuncia a parte dei suoi desideri oppure deve rincorrere una modalità di accrescimento dei mezzi. Nel primo caso il modello sociale consiste in una limitazione dei desideri richiamandosi ad una visione più etica e trascendente della vita che possiamo ricordare con il detto "Chi possiede di più è colui che desidera di meno".
Nel secondo caso essendo i desideri potenzialmente illimitati più si ha più si vorrebbe avere e questo conduce ad una lotta incessante tra uomini e gruppi per appropriarsi in modo sempre maggiore di valori necessari a soddisfare i desideri definibili maggiormente in beni materiali: ricchezza, piacere, benessere, salute fisica, sicurezza… Siccome la realizzazione di questo modello di società, fortemente orientato alla soddisfazione materiale a breve dei propri bisogni, può essere realizzato solo prevaricando gli altri, la lotta tra persone e gruppi finisce per intensificarsi fino a fare collassare la società. Questo modello di società in cui oggi possiamo identificarci ha finito per affermare un solo principio di verità: tutto ciò che si tocca e si vede è vero e merita di essere studiato e misurato in modo razionale. Di conseguenza tutte le manifestazioni dell'uomo sono declinate con quel parametro che mette l'interesse personale e fisico al primo posta e comunque da realizzarsi adesso e subito a qualunque condizione finendo così per normalizzare anche comportamenti illeciti. La diffusa immoralità che ogni giorno ci colpisce con un qualche fatto evidenzia sempre più un uso strumentale dell'uomo ad altri interessi e risulta essere non la causa ma bensì l'effetto di un modello socioculturale che si è profondamente radicato nel nostro modo di vivere ed orienta costantemente le decisioni in merito all'allocazione delle risorse e rappresenta il vero motivo dell'attuale crisi in cui ci stiamo dibattendo.
Pertanto la crisi non può essere risolta in modo meccanicistico con provvedimenti esterni - le regole per i mercati finanziari, per l'economia, per la politica... - ma dall'interno tramite il riorientamento generale dei valori e la possibilità di richiedere all'uomo un mutamento di mentalità e di condotta.
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