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Il valore morale ed economico dell’artigianato in Italia

Una rivisitazione del ruolo artigianale può aiutare a ritrovare un diverso contatto con il mondo esterno e ripensare a forme di solidarietà


In particolare questo modello sociale e valoriale si andato affermando negli ultimi due secoli ma ha avuto una forte accelerazione negli ultimi 30/40 anni, in particolare l'implosione dell'impero sovietico rappresentata dalla caduta del muro di Berlino ha sviluppato l'idea che un modello di economia fortemente liberista fosse la soluzione di tutti i mali giustificando un fondamentalismo di mercato ed una crescente azione di “deregulation” per assecondarne la crescita ed alla nazione espressiva di quel modello, gli USA, l'idea di eterna onnipotenza. A quel punto le conoscenze tecniche - razionali, tipiche del modello socioculturale americano, hanno assunto il ruolo dominante di valori assoluti ed autoreferenziali subordinando ad esse lo sviluppo ed il giudizio sulle singole persone e sulla società nel suo complesso. L'economia e la finanza hanno cominciato ad assumere nella nostra vita sempre più il ruolo di fine e non quello di mezzo ed a definire le regole per l'orientamento e l' indirizzo dei sistemi sociali. Allo stesso modo l'invasività culturale di quel modello di stampo quantitativo-razionale ha portato sempre più a vedere e studiare l'uomo come insieme di azioni e reazioni chimiche e non più come insieme di azioni e reazioni emozionali, sono l'uomo e la società a doversi adattare alle regole e non più viceversa.

Paradossalmente l'uomo ha costruito un mezzo, l'economia e la finanza, che continua a mantenere sempre più autonomo ed indipendente da sé stesso che nel soddisfargli i bisogni che gli propone gliene crea sempre di nuovi più sofisticati e personalizzati rivolti alla soddisfazione di continuamente mutevoli bisogni personali di breve tempo. Ma l'economia e le tecniche devono mantenersi dotate di senso, la loro attività deve avere un criterio di misura, una gerarchia di valori, una consapevolezza di quali bisogni possano considerarsi giusti e quali sbagliati, è necessaria una corretta economia del vivere altrimenti si forma un sistema infinito di desideri che afferma la sua assoluta libertà di soddisfarli. Una crescita dell'economia continuamente basata sulla capacità di soddisfare bisogni creandone sempre di nuovi non può essere considerato un dogma come invece succede oggi ed allora forse è il momento di ripensare a quale modello di sviluppo sia più coerente con la necessità di riportare l'uomo al centro dell'economia.

Se si potesse esprimere questa volontà di libertà dell'uomo come capacità di rispondere illimitatamente ai suoi desideri la si potrebbe esprimere con la seguente formulazione suggerita sempre da Sorokin (La crisi del nostro tempo, pag. 167, ed Arianna 2000 e prima edizione 1941):

Somma dei mezzi
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Somma dei desideri

Se il grado di libertà è espresso dalla realizzazione dei desideri, il numeratore ed il denominatore devono essere uguali se invece il numeratore è inferiore si pongono due alternative: l'individuo rinuncia a parte dei suoi desideri oppure deve rincorrere una modalità di accrescimento dei mezzi. Nel primo caso il modello sociale consiste in una limitazione dei desideri richiamandosi ad una visione più etica e trascendente della vita che possiamo ricordare con il detto "Chi possiede di più è colui che desidera di meno".
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