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2011, l’attacco all’Italia rimasto impunito

Gli hedge fund, grazie alla connivenza delle agenzie di rating, nel 2011 sono state in grado di destabilizzare l'Italia con un attacco doloso


Il nostro Paese rimane sotto scacco e solo di fronte a tutti, i corifei dei media cantano le “idi” del Governo in carica fino a quando il presidente della Repubblica sancisce la nascita di un nuovo Esecutivo per evitare il dramma dei Paesi già attaccati. Il cambio di Governo genera un andamento opposto: il debito si impenna, il Pil cade accompagnato inspiegabilmente dallo spread che compie un cambio di marcia e segue una logica diversa da quella che aveva seguito prima mostrando uh evidente contraddizione. Emerge con violenza la dolosità dell'attacco per il cambio dell'andamento dello spread che segue due percorsi logici contrapposti e andando contro non solo l'evidenza dei fatti, ma cancellando, anche, il secondo principio della logica aristotelica per cui “A” (l'andamento dello spread nell'attacco) non può essere “Non A” (l'andamento di accompagnamento al cambio di Governo).

È del tutto evidente che il “sovradebito” generato da una manifesta azione dolosa (come tale si intende un'azione intenzionale alla quale si lega una colpa grave o delitto, Treccani) deve essere soggetto a una denuncia che fa seguito ai precedenti costituiti dalle condanne del Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti nei confronti delle banche d'affari di Wall Street per la manipolazione fraudolenta (dolosa) dei sub-prime. Le banche hanno patteggiato riconoscendo le loro azioni illecite, Standard & Poor's ha subito lo stesso iter per la manipolazione fraudolenta del rating degli Usa nell'agosto del 2012 poco prima delle elezioni presidenziali di novembre dello stesso anno. Ancora più recentemente Morgan Stanley ha subito la stessa condanna per la manipolazione dei prezzi dei metalli preziosi, ma questi fatti sono solo la punta dell'iceberg, forse oggi siamo alla resa dei conti con la contrapposizione netta e drammatica della finanza che segue una crescita dei suoi valori e delle sue performance azionarie rispetto a una realtà che sta crollando.
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