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Covid-19 pone tutti di fronte a scelte difficili. Non ci riferiamo solo a quella di chi salvare (primo arrivato-primo salvato oppure salvataggio dei più giovani) ma a quella più generale tra il salvataggio di un certo numero di malati effettivi o potenziali da una parte e la creazione di un certo numero di vittime della recessione (disoccupati, imprenditori falliti, vittime di bail-in bancari e di ristrutturazioni del debito) dall'altra.
Mentre le società confuciane (Cina, Corea, Singapore) contengono e sconfiggono il virus con un insieme di controllo sociale, tecnologia e sperimentazione medica spregiudicata, le società occidentali (esclusa l'Italia) sembrano avere adottato, almeno inizialmente, un mix di primato del Pil e di rassegnazione un po' stoica e un po' cinica. Come nel 1957 (due milioni di morti da influenza) e nel 1968-69 (un milione) si continua a lavorare come prima (tranne ovviamente i malati conclamati) e si conta sul fatto che prima o poi svilupperemo gli anticorpi.
L'avanzare dell'epidemia mostra però che sarà difficile non indurire gradualmente la risposta, perché l'opinione pubblica è più emotiva di mezzo secolo fa e può accettare solo fino a un certo punto che il virus sia considerato un male con cui convivere (come facciamo ad esempio con la tubercolosi).
Questo significa che il lockdown italiano, alla fine, verrà adottato in tutto l'Occidente, anche se in forma attenuata in Europa e UK e a chiazze negli Stati Uniti, dove molte competenze sanitarie sono a livello locale. A sua volta questo comporta la quasi certezza di una recessione di due trimestri in Europa e di un azzeramento della crescita, se non di una recessione, negli Stati Uniti.
La conseguenza è che, se non si vuole un nuovo 2008,
bisogna azionare rapidamente le leve monetarie e fiscali con coraggio e fantasia. La Cina ha fatto la sua parte, con un pacchetto fiscale mirato e con la difesa della stabilità del cambio e della borsa. In Europa
la Commissione, persa dietro i suoi sogni barocchi sui cambiamenti climatici,
pensa di spegnere l'incendio che sta divampando con un bicchiere d'acqua da 25 miliardi. Vogliamo credere che sia solo un piccolissimo inizio e che molto altro verrà. Speriamo. A livello nazionale, la Germania, dopo sette ore di dibattito sofferto in seno alla coalizione di governo, vara un pacchetto fiscale dello 0.1 del Pil a decorrere dal 2021. Uno scherzo.
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