Di fronte al riarmo economico e finanziario tedesco non serve
chiedere la flessibilità nell'applicazione del Fiscal Compact, come ha fatto il nostro Premier
Matteo Renzi nel suo discorso davanti al Parlamento europeo: solo il riequilibrio del commercio internazionale può garantire la crescita per tutti e la ripresa dell'occupazione. La crescita è sostenibile non quando si contraggono sempre nuovi debiti, pubblici o privati che siano, ma quando tutti vendono e comprano nella stessa misura.
Le guerre economiche si vincono mettendo fuori gioco le risorse di cui dispongono gli avversari:
il Fiscal Compact è una trappola. Denunciare questo Trattato, oggi, non basta: dobbiamo pretendere che ogni Paese abbia la bilancia dei pagamenti correnti equilibrata, deve comprare all'estero esattamente quanto vende. Così ripartirebbero i consumi, gli investimenti e l'occupazione dappertutto.
La Germania sottrae da anni moneta sonante al commercio internazionale, rendendola scarsa. Andrebbero applicate le sanzioni previste dall'art. 7 dell'Accordo istitutivo del FMI, che consentono temporanee e proporzionate limitazioni degli scambi commerciali nei confronti di un Paese di cui sia constatata la persistente carenza di moneta. La sottrazione di moneta commerciale derivante dall'accumulo dei surplus tedeschi, trasferiti in attività finanziarie, è evidente.
Se non si rispettano i
principi di equilibrio globale nelle relazioni internazionali che vennero stabiliti settanta anni fa a
Bretton Woods, il Fiscal Compact rimarrà quello che è: una inutile ghigliottina di massa.
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