Facebook Pixel
Milano 15:15
33.721 -0,12%
Nasdaq 20-set
19.791 0,00%
Dow Jones 20-set
42.063 +0,09%
Londra 15:15
8.238 +0,10%
Francoforte 15:15
18.843 +0,66%

Minimizzazione del rimpianto

Dollaro, bond e azioni dopo il taglio della Fed


Entrando nel merito della narrazione ufficiale, molte osservazioni critiche sono possibili. La più rilevante è che il timore che il mercato del lavoro si indebolisca ulteriormente è legato alla paura di una recessione, ma la recessione, al momento, non è visibile nei dati macro. I nowcast delle Fed regionali proiettano da cinque settimane una crescita sempre più alta. Quello della Fed di Atlanta registra ora una crescita del 3 per cento nel terzo trimestre in corso. I consumi vanno bene. Quanto alla disoccupazione, il suo aumento è dovuto in buona parte all'aumento degli immigrati, che spesso sostituiscono i nativi. Questo crea l'insolita situazione che vede allo stesso tempo aumentare il numero dei disoccupati e quello degli occupati. L'inflazione, dal canto suo, è ancora sopra il 2 per cento.

Se infine vogliamo dare una lettura politica del taglio della Fed, è difficile negare che le appartenenze politiche abbiano avuto un peso nella decisione. C'è stata una notevole pressione democratica, interna ed esterna alla Fed, per un taglio di 50 punti base e non è un caso che il dissenso ufficiale all'interno del Fomc di ieri, un atto molto raro e impegnativo, sia stato espresso dalla trumpiana Bowman.

La pressione politica per un taglio rilevante non ha l'obiettivo irrealistico di cambiare il percorso dell'economia in queste poche settimane che precedono il voto, ma quello di dare una forte spinta alla borsa. Inanellare una serie di nuovi massimi di borsa in tempi brevi è del resto molto più visibile e spendibile mediaticamente di un decimale in più di crescita fra sei mesi.

Se indossiamo gli occhiali politici l'orizzonte si presenta diviso in due. Da qui al voto tutto bene per l'azionario, con qualche piccolo malumore limitato alla parte lunga della curva obbligazionaria. Dopo il voto dipenderà da chi vince. Se vince Trump vedremo la Bowman diventare colomba e la maggioranza democratica del Fomc diventare meno propensa ai tagli. Il contrario se vincerà la Harris. Queste differenze verranno enfatizzate se chi vince conquisterà anche il Congresso.
Condividi
"
Altri Top Mind
```