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Processo ai "Media": un silenzio assordante


L'impreparazione della stampa e delle televisioni è risultata evidente quando è scoppiata la guerra con l'invasione dell'Ucraina, è mancata la lettura della storia per fare capire le relazioni di causa ed effetto che hanno legato i prodromi dell'invasione ai fatti criminali che la stanno contraddistinguendo. Come sempre la lettura dei fatti con il pensiero unico ha diviso, spesso arbitrariamente, i buoni dai cattivi senza vie di mezzo e coloro che provavano a trovare una linea di pensiero per capire il dramma e potere arrivare ad una forma di soluzione pacifica sono stati condannati dal pensiero unico dominante. Una riflessione andava fatta sulla storia del nuovo secolo per capire quanto l'azione criminale di Putin derivasse dalla cultura della dominazione bellica che ha caratterizzato unilateralmente questo periodo con le drammatiche guerre in medio oriente spesso create per finti ed ingiustificati motivi umanitari funzionali all'uso del potere bellico come soluzione dei mali indicati.

Di qui sono nati i drammi infiniti in Afghanistan, Iraq, Libano, Siria, Libia e nel decennio precedente il dramma nella ex-Iugoslavia. Queste ultime guerre si sono caratterizzate per l'alto numero di morti, quasi un milione, in gran parte civili, ed in una spesa di oltre 6500mld/$ solo per gli Usa; questa è una cultura che ci porta alla caos ed alla fine; un minimo di autocritica ed analisi storica andava fatta per provare a seguire una strada di pacificazione e non quello di un rialzo al gioco del massacro ma il sistema informativo si è messo le bende sugli occhi ed ha generato un rialzo rinviando di continuo la via del confronto politico.

Con la guerra delle sanzioni sono cominciati a saltare nelle imprese gli equilibri tra costi crescenti e ricavi decrescenti, la aziende prive di un vero sostegno hanno cominciato a soffrire la dinamica negativa dei conti economici e finanziari sempre messi in una lettura di secondo piano da parte dei media che non hanno mai fatto una vera e corretta analisi di quanto il sistema produttivo italiano nei suoi territori di elezione si sia trovato nella condizione di chiudere attività che diventavano difficili da sostenere. Non sono state fatte analisi di costi e benefici sul rovinoso declino della manifattura italiana che è la vera spina dorsale del paese, ma i media si sono sempre tenuti a distanza incapaci di assumere una posizione di critica propositiva e costruttiva utile a farci uscire dal dramma in cui ci troviamo. Nemmeno è stata criticata l'azione di acquisizione da parte della finanza internazionale delle nostre imprese sempre più facilmente aggredibili, il caso dell'Atlantia è da manuale delle cose da non fare.

Infine l'ultima performance negativa del sistema dei media che in occasione delle elezioni politiche non hanno mancato di cavalcare le possibili disgrazie finanziarie, economiche e politiche che avrebbero colpito il paese nel caso della vincita del centrodestra; ancora una volta una stampa ipocrita e suddita ha lanciato grida di allarme e di pericolo che, come prevedibile, si sono perse nell'aria come cantava Bob Dylan.

E' necessario per provare e ricomporre le tessere disordinate del nostro sistema informativo che si è dimostrato privo di cultura storica, di autocritica e soffocato da una autoreferenzialità sorda ad ogni stimolo esterno ma arroccata su posizioni che la storia ha già condannato.

(Foto: Credit: ProSiebenSat.1 Media)
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