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Dopo lo shock

La ripresa non sarà automatica, richiederà tempo e buoni dati

Chi è stato colto dall'uragano dei giorni scorsi con posizioni a leva è contento di essere ancora vivo e non ha bisogno che gli si raccomandi prudenza nelle prossime settimane. Ha avuto un'esperienza di quasi morte e non ha voglia di riprovarci, almeno subito.

Chi ha bisogno di prudenza, ora, è il compratore automatico su ribasso, quello che dà per scontato che siamo in un bull market cosmico e per il quale qualsiasi discesa è un'ovvia occasione di acquisto.

Qui di ovvio non c'è niente, a ben vedere. Le cose sono molto complicate e la complessità va rispettata. Rincorrere aggressivamente il primo recupero solo per paura di perdere il treno della vita non è l'atteggiamento più razionale. Fare piccoli acquisti selettivi distribuiti nel tempo, se e solo se sono giustificati da dati macro e micro positivi, sarà, nelle prossime settimane, molto meglio.

Per guardare al futuro, in ogni caso, va capito quello che è successo. Con il passare dei giorni l'analisi dello shock ha cambiato prospettiva. L'implosione del carry trade sullo yen, pure un'importante concausa, ha lasciato il posto a un tema più ampio, quello del passaggio (eventuale) dal no landing/soft landing all'atterraggio duro dell'economia globale. È questa paura che ha fatto impennare il prezzo della volatilità e ha strizzato le armate di venditori di volatilità che si sono costituite nella lunga fase del rialzo, costringendole a chiudere affannosamente le loro posizioni.

Andiamo con ordine e cominciamo dalla concausa, il carry trade sullo yen. Il Giappone, dal 2020, ha avuto tre fasi di politica monetaria esattamente come noi, ma di segno opposto. Quando noi siamo stati iperespansivi, durante la pandemia, il Giappone è stato immobile e ha avuto come premio l'assenza di inflazione. Quando noi, spaventati dall'imponente inflazione, abbiamo cominciato a diventare restrittivi, il Giappone è diventato super espansivo. La spiegazione ufficiale giapponese è che si sono accorti che l'inflazione è una cosa bella e moderna e che è ora anche per loro di avere stabilmente il 2 per cento di aumento annuale dei prezzi. È una spiegazione poco credibile. È più probabile che, in accordo con il Tesoro americano, il Giappone abbia accettato di controbilanciare la linea restrittiva della Fed per limitarne gli effetti. È lo stesso atteggiamento anticiclico che aveva avuto la Cina nel 2009, quando aveva dato un contributo decisivo, in un contesto di rapporti ancora amichevoli, alla ripresa globale.
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