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Il mondo di fronte a "Fantàsia" nel magico mondo del "Nulla"

Nel film-fantasy "La storia infinita" si rappresenta la guerra tra il regno di "Fantàsia" e il "Nulla". Il piccolo Bastian, aiutato dal "Fortunadrago" Falkor, favorirà la vittoria sul "Nulla". Il film è denso di significati simbolici e straordinariamente attuali perché la Storia, come diceva Giambattista Vico, si ripete sempre. Il regno di "Fantàsia", nella pellicola, è il regno della fantasia umana senza confini e ogni suo elemento deriva dai sogni e dalle speranze dell'umanità. "Fantàsia" a un certo momento si trova in lotta con il "Nulla", rappresentato da un vuoto opprimente, che soffoca le speranze e i sogni e che spinge alla rinuncia. Il "Nulla" aumenta la disperazione e il senso di vuoto. Domina perché è più facile comandare chi non riesce a credere più a niente.

Anche oggi ci troviamo ad affrontare quel "Nulla" nella realtà di tutti i giorni. Un "Nulla" rappresentato dalla rinuncia a pensare in modo creativo, ad affrontare con lucidità e un pathos vero e ricco di solidarietà, il vuoto quotidiano dell'egoismo e della solitudine, il tutto sigillato dal grigiore di una classe dirigente ossificata e fallita. Da quarant'anni non produciamo più cultura vera ma viviamo di quella della rendita a tutti i livelli, che brucia ricchezza ma non la crea. E il debito pubblico, fuori controllo, ne è la palese dimostrazione. Tutti evocano l'importanza del merito, ma quello dell'appartenenza che si sposa, appunto, con la cultura parassitaria della rendita che porta a un abbattimento delle competenze professionali e morali.

Abbiamo pensato di continuare a essere i cinesi d'Europa fino a quando quelli veri ci hanno riportato alla realtà e alla necessità di ripensare un modello di sviluppo che sia coerente con la nostra storia, la nostra identità e in linea con un mondo che cambia, smettendo di farci colonizzare da modelli culturali che non sono nostri e che sono già falliti dove sono stati pensati. L'economia reale, l'artigianato, il commercio, la manifattura, il mondo agricolo, le medie e piccole imprese (il 95 per cento degli occupati) sono la nostra storia. Da lì dobbiamo ripartire, per dare speranza e fiducia ai giovani. Siamo leader nel mondo in diversi settori manifatturieri, nonostante tutto, ma avviare una semplice attività imprenditoriale oggi sembra più difficile che spedire un razzo sulla Luna. Allora: come facciamo a creare posti di lavoro, se non riprendiamo un cammino creativo che ha fatto la storia del Paese? Va incentivato e favorito questo mondo di libera creatività imprenditoriale, per competere in modo nuovo su un mercato globale – il mondo di "Fantàsia" – e non imbrigliato da una burocrazia ottusa e da una finanza locusta, il "Nulla".
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