I primi quattro anni della Ursula von der Leyen sono stati di totale asservimento alle linee di politica di Biden e quindi l'Europa ha dovuto mettere al bando le macchine elettriche con grave danno delle case automobilistiche europee danneggiate dalle
autosanzioni fatte alla Russia di Putin sul gas e sul petrolio che dovendo essere comperato dagli Usa ha generato un maggiore costo mediamente del 45 % con effetti dirompenti sulle bollette e sui costi di produzione. Gli altri interventi con l'edilizia che hanno generato il buco nel bilancio pubblico del bonus del 110%, infine lo scontro con la Russia e le spese belliche sostenute per l'Ucraina hanno contribuito ad un effetto negativo sui bilanci pubblici. Le linee di politica estera ed economica della UE sono state dettate dall'agenda Usa con una sottomissione totale generando tra maggiori costi per le sanzioni ed aiuti all'Ucraina un costo totale di oltre 300 mld/euro in un contesto di paesi europei già altamente indebitati a causa di una finanza totalmente fuori controllo che ha cominciato ad acquisire nel nostro paese imprese ed ad assumere specie nel mondo bancario una dimensione di controllo difficilmente regolabile.
Il rinnovo alla presidenza della commissione europea della Ursula von der Leyen è stato fatto con appoggio della Francia, Macron, e della Germania, Sholtz, che subito dopo sono caduti in disgrazia perdendo il consenso politico ed indebolendo gravemente la commissione europea che era stata una loro diretta emanazione rispetto ad una crescente opposizione della destra in vari paesi europei, quindi una commissione limitata sia in Europa che verso Trump che impone un'agenda totalmente asimmetrica a quella di Biden finendo di metterci con le spalle al muro ed obbligarci ad una ridefinizione dell'alleanza con gli Usa che ci vedono come antagonista e non come alleato con cui condividere un processo di crescita in un contesto di profonda ridefinizione della geopolitica specie verso i paesi dei BRICS.
Va ricordato che le guerre dei dazi sono state sempre perdenti come era stato nel 1920 con la grande depressione durante la quale l'allora presidente degli Usa Herbert Hoover impose dazi del 20% a tutti i prodotti importati, a questa mossa risposero con contro-dazi almeno 20 paesi che fecero crollare l'import-export Usa del 67% con conseguenze su tutti i mercati mondiali.
A fronte di questa situazione di totale subordinazione verso gli Usa
l'inquilino della Casa Bianca è infatti cambiato ed ha dettato una linea sociale ed economica diametralmente opposta a quella di Biden e di conseguenza alla nostra che finiamo di trovarci in mezzo ad un guado intrappolati dalla nostra stessa mancanza di un respiro autonomo. Gli stessi Usa si trovano a dovere fare fronte ad un debito "monstre" di quasi 37.000mld/$ ed interessi sullo stesso di 1100 mld/$ su base annua e forse le politiche lanciate da Trump mostrano una loro profonda debolezza interna favorita da decenni di delocalizzazione di una manifattura che non hanno più ma difficile da ricostruire e riportarla in patria; i beni delocalizzati devono essere ricomperati creando un profondo deficit nella bilancia dei pagamenti che è tale dal 1976.
Ora
la debolezza politica dell'Europa si manifesta nella sua incapacità di avere una governance autonoma e creativa quando è necessario trovarne una che la tiri fuori da una trappola che si è costruita da sola e la spinge verso un'eutanasia drammatica.
Forse di fronte ai nuovi problemi esistenziali l'Europa può trovare un senso nello stare insieme e provare a pensare in modo autonomo e creativo ma non sarà né facile né scontato.
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