Affermare il paradigma che l'economia sia il fondamento della società comporta, sinteticamente, la definizione di due ipotesi:
- l'economia in quanto indipendente dalla società – le modalità associative scelte dall'uomo - assume il ruolo di sapere morale – essere verità incontrovertibile – e può essere studiata con lo stesso abito mentale con cui si studiano le scienze positive – fisica, chimica... - quindi solo su ciò che è misurabile e indipendentemente dalla natura dell'uomo - la società -. Tale ipotesi, però, è del tutto arbitraria in una scienza sociale come l'economia dove gran parte dei fenomeni non sono misurabili; ne consegue l'applicazione autoreferenziale ed esclusiva di modelli di analisi di tipo matematico e quantitativo. Ma nell'economia, a differenza delle scienze positive, il nostro pensiero e la nostra natura sono parte integrante della realtà osservata ed influenzano sempre le sue scelte;
- la massimizzazione dell'economia va perseguita a qualsiasi costo come obiettivo preminente perché ne consegue in modo automatico l'incremento del bene comune della società: l'economia diventa la variabile indipendente e la società quella dipendente e l'uomo da fine diventa mezzo.
Infine si afferma che il
modello sociale in grado di massimizzare l'economia e quindi il benessere della società è il
capitalismo ed il
liberismo che hanno come scopo la massimizzazione del profitto personale e possono essere studiati in modo esatto ed applicati solo con una modellistica razionale prescindendo dalla natura dell'uomo. Lo scopo determina sempre i mezzi, quindi tramite la deregulation prima e la finanziarizzazione dell'economia reale poi si percorre la via indicata come verità assoluta. La cultura dominante viene deificata ed i mercati diventano razionali, non è vero ma fa comodo a coloro che li governano.
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