In questo momento di confusione sarebbe necessaria la massima collaborazione tra i due emisferi, ma bond e azioni stanno vivendo psicodrammi diversi e danno letture differenti dell’unica realtà sottostante. L’azionario europeo è molto preoccupato per la
Grecia e teme che la sua eventuale uscita dall’euro sia il preludio della disgregazione complessiva del progetto europeo. Contro questa disgregazione
il Qe di Draghi potrebbe fare ben poco.
I bond (e i cambi) non danno troppa importanza alla Grecia e sembrano al contrario sempre più convinti dell’
efficacia del Qe di Draghi nel creare inflazione. In un mese il
rendimento dei Bund decennali è passato dallo zero all’uno per cento, un movimento colossale. Se la causa fosse la Grecia (e la crisi di Eurolandia) vedremmo una corsa generalizzata alla qualità, con i Bund a rendimento negativo e gli spread della periferia in continua crescita. Così non è, almeno per il momento. Negli ultimi giorni gli
spread di Italia e Spagna si sono addirittura ridotti.
La divisione del lavoro tra i due emisferiI bond europei, dunque, sono ora parte di un movimento globale al rialzo dei tassi, in corso già da quattro mesi negli Stati Uniti. È un movimento atteso da anni e che però lascia perplessi come tempistica se si considera che proprio
in questi quattro mesi l’economia globale ha rallentato. Alcuni cercano di spiegare la caduta dei bond con il continuo avvicinarsi degli Stati Uniti alla piena occupazione, una buona notizia che se ne porta dietro una meno buona, l’inizio del rialzo dei tassi da parte della Fed.
Fermi tutti, dice a questo punto Jeffrey Gundlach, un gestore obbligazionario tanto bravo quanto consapevole di esserlo. Questa storia del rialzo dei tassi, dice, è un test di intelligenza. Da una parte gli stupidi, quelli che pensano che il rialzo dei tassi di policy farà salire tutti i tassi, inclusi quelli a lungo. Dall'altra quelli che hanno capito, quelli cioè che sanno che i bond lunghi, lungi dal temerlo, implorano in ginocchio un rialzo dei tassi a breve.
Il rialzo, infatti, frenerà le attese di inflazione e favorirà così i decennali.
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