(Teleborsa) - La
riforma della formazione a scuola, introdotta dalla
Legge 79/22 appena approvata dal Parlamento,
non convince il sindacato Anief, il quale afferma che
"è da bocciare e da riscrivere”. il testo della legge, che cambia anche il reclutamento degli insegnanti italiani, è stato modificato attraverso l’approvazione di un maxi-emendamento, ma mantiene ampi spazi di illegittimità.
Il Presidente del sindacato,
Marcello Pacifico ha detto di non essere contrario alla formazione, ma ribadisce che
ci vuole "una formazione di servizio" e senza le "ore aggiuntive" chieste a migliaia di insegnanti,
in cambio di un "assegno una tantum" spettante solo a 5.000 persone.
"Non ci sembra seria una cosa del genere. Noi non siamo per il bastone e la carota, ma per la
formazione come diritto permanente di tutti i lavoratori", afferma il sindacalista, ribadendo che
"l'Europa ci chiedeva una risposta certa per quanto riguarda le migliaia di
precari della scuola italiana, contro l'abuso dei contratti a termine".
Il giovane sindacato, pertanto, si dice ancora
pronto a lanciare i ricorsi nei tribunali, per far dichiarare la Legge 79/2022 incostituzionale, a causa della discriminazione nei confronti di professionisti della formazione, che non possono essere messi in competizione per andare a percepire una manciata di migliaia di euro dopo tre anni.