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La crisi è in Ucraina, lo scontro è sull'Euro

Un collasso dell'economia europea rafforzerebbe il dollaro


Il processo di coordinamento monetario dei Paesi europei è stato lungo e complesso, per arrivare ad una convergenza economica e finanziaria che consentisse di creare una "Moneta senza Stato", l'Euro, uno strumento che evitasse di recuperare i deficit commerciali esteri mediante le svalutazioni e che diventasse uno strumento di riserva alternativo al dollaro.

Ancor di più, l'obiettivo europeo era di sganciarsi dalla politica valutaria e monetaria statunitense. Dopo averne fatto le spese nel 1971, seguì nel 1980 l'aumento eccezionale dei tassi di interesse che fu deciso dalla Fed per stroncare la "stagflazione": ciò diede nuova forza alla moneta americana, drenando i capitali europei verso l'America dove beneficiavano degli alti rendimenti. I Paesi europei furono poi penalizzati dal Plaza Accord, nel 1985: si indusse una forte recessione attraverso la rivalutazione imposta alle loro valute, perdendo il vantaggio sul versante delle esportazioni che era stato determinato della enorme forza acquistata dal dollaro con la manovra sui tassi decisa nel 1980. Solo a fatica, con i successivi Accordi del Louvre, si mise fine a quel massacro.

Con la creazione dello SME (acronimo che definiva prima il "Serpente Monetario Europeo" e poi il "Sistema Monetario Europeo") si cercò di stabilizzare il valore internazionale delle valute europee aderenti per coordinarne il cambio reciproco. In vista della futura creazione di una moneta comune o addirittura unica, l'ECU (European Currency Unit) fu il primo esperimento.

Nel 1992, un attacco speculativo guidato dal finanziere George Soros fu contemporaneamente portato contro la lira italiana, la sterlina britannica ed il franco francese, col risultato di far saltare in aria questo coordinamento monetario. Lira e sterlina svalutarono dopo un eccezionale deflusso di valuta all'estero: di questo beneficiò la Germania che aveva appena innalzato i tassi di interesse per approvvigionarsi sull'estero dei capitali necessari per procedere alla ricostruzione dei Lander Orientali dopo la Riunificazione.

L'entrata in circolazione dell'Euro, nel 2002, ha rappresentato un cambio di paradigma che ha dato all'Unione europea quella autonomia monetaria cui aveva sempre aspirato, ma che ha messo in seria difficoltà i Paesi come l'Italia rispetto alla Germania: quest'ultima ha usato la relativa debolezza dell'euro verso il dollaro per rafforzare le proprie esportazioni. L'Italia, al contrario, che si svalutava continuamente verso il marco guadagnando contemporaneamente terreno nei confronti del dollaro, ne è uscita fortemente penalizzata. Il differenziale sui tassi di interesse, lo spread a nostro danno, ha rappresentato un peso rilevante per gli interessi sul debito dello Stato e su quello dell'intero sistema economico.
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