Non rischiamo solo un inverno al freddo, in Europa, con i razionamenti del carburante ed i distacchi programmati delle forniture di energia elettrica:
un collasso economico e poi finanziario travolgerebbe l'Euro a beneficio del dollaro. Una prospettiva che a molti, Oltre Atlantico, farebbe immenso piacere.
Gli
Usa hanno un debito estero netto pazzesco, di oltre 11 trilioni di dollari, hanno una bilancia commerciale in rosso strutturale da decenni, ed hanno bisogno di raccogliere capitali da tutto il mondo per finanziare questi squilibri: una crisi europea e dell'Euro porterebbero capitali sul dollaro, rafforzandolo.
Cina e Russia hanno deciso di regolare in Euro i pagamenti delle forniture energetiche, per sottrarsi anche loro alla "
tirannia del dollaro". E' esattamente quello che ha cercato di fare l'Europa da cinquant'anni a questa parte: e la storia monetaria, valutaria, finanziaria e politica di tutti questi anni testimoniano quanto questo progetto sia stato contrastato dagli Usa e quanto difficile sia stato realizzarlo.
"
E' la nostra moneta, ma il vostro problema!", così affermò, assai acidamente, nel 1971 il Segretario di Stato al Tesoro americano John Connally, replicando a chi si lamentava del recesso unilaterale dagli impegni assunti a Bretton Woods in ordine alla convertibilità internazionale aurea della valuta statunitense.
Gli attivi commerciali europei non sarebbero più stati convertiti in lingotti, al cambio fisso di 35 dollari per oncia di oro fino: ci si sarebbe dovuti accontentare di accumulare dollari, moneta di carta.
"