(Teleborsa) - Presto partiranno i
nuovi aggiornamenti sui percorsi abilitanti per i futuri insegnanti: lo anticipa oggi Il Sole 24 Ore, annunciando che il Ministero dell’Università e della Ricerca ha finalmente accreditato 1.458 corsi proposti dalle istituzioni accademiche, Università e Afam, dopo la verifica dell’Anvur. L’agenzia nazionale di valutazione ha avuto modo di esaminare i 1.510 corsi di studio proposti arrivando ad approvare 1.144 attività formative universitarie e 314 gestite da Accademie e Conservatori, con sole 38 richieste bocciate.
Si avvicina, dunque, l’avvio dei corsi nelle sedi che si sono candidate, con un totale, secondo il quotidiano economico, di circa 47.000 posti disponibili per i candidati docenti. Il via libera giunge a quasi due anni dal decreto 36/2022, legato al PNRR, una nuova normativa sull’abilitazione degli aspiranti docenti sta per entrare in che d’ora in poi per potere insegnare prevede l’obbligo di acquisire 60 crediti universitari o accademici (Cfu/Cfa), oltre alla laurea. L’Università con maggiori corsi in programma, ben 42, è la Ca’ Foscari di Venezia; seguono (con 40) gli atenei di Salerno e Messina. Il percorso, ricorda oggi Orizzonte Scuola, avrà un costo massimo di 2.500 euro (60 CFU), di non oltre 2.000 euro per i corsi da 30 CFU. La prova finale abilitante avrà un costo massimo di 150 euro.
Secondo l’Anief, in generale l’avvio dei corsi di abilitazione e di formazione per il nuovo reclutamento poiché recepisce molto di quanto chiesto dal giovane sindacato ai tavoli di contrattazione. "In attesa di prendere visione del decreto ministeriale che autorizza i corsi – dice
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – la nostra organizzazione sindacale autonoma ribadisce che la spesa richiesta agli aspiranti docenti è eccessiva. Lo Stato italiano dovrebbe farsi carico in toto della formazione del suo personale, non scaricare sugli aspiranti lavoratori e sui dipendenti già assunti i costi per espletare gli obblighi formativi: perchè uno specializzando medico durante il suo percorso formativo percepisce 20.000 euro annui, mentre un precario della scuola deve pagare 2.500 per specializzarsi? Inoltre, il sindacato chiede che venga offerta la possibilità di svolgere il maggiore numero di ore a distanza e, quando opportuno, in modalità asincrona per permettere in questo modo la maggiore partecipazione. Infine – conclude il presidente Anief –
ci opponiamo a qualsiasi tipo di ‘tetto’ numerico di partecipanti imposto dall’alto".
In attesa dell’imminente decreto ministeriale per l’indizione dei corsi, il Ministero dell’Università e della Ricerca ha riaperto fino al 20 febbraio
la piattaforma per l’accreditamento dei percorsi: per alcune classi di concorso l’offerta formativa era infatti pari a zero, invece adesso per le stesse classi sono state inserite nel fabbisogno stimato dal dicastero. I percorsi, attivati nell’anno accademico 2023/24sulla base della nota MUR del 6 novembre 2023, saranno di 60 CFU/CFA (per conseguire l’abilitazione all’insegnamento per classi di concorso della scuola secondaria di primo e secondo grado), di 30 CFU/CFA per permettere la partecipazione al secondo concorso PNRR, di 30 CFU/CFA per docenti per docenti che hanno svolto servizio presso le istituzioni scolastiche statali o paritarie per almeno tre anni, anche non continuativi, di cui almeno uno nella specifica classe di concorso per la quale scelgono di conseguire l’abilitazione, nei cinque anni precedenti e docenti vincitori del concorso straordinario bis. Sono esclusi dal conteggio dei posti attivabili i corsi da 30 CFU per docenti già abilitati in altro grado e/o specializzati sostegno.