(Teleborsa) - L'Ufficio Studi della CGIA ha calcolato che nei primi 10 mesi di quest'anno il
fisco italiano ha incassato
57 miliardi di euro in più rispetto allo stesso periodo del 2021. Una cifra definita “spaventosa” che, certamente, afferma lo stesso Ufficio Studi, "è destinata ad aumentare". La CGIA sostiene infatti che con le
scadenze fiscali di novembre e di dicembre "è molto probabile che le maggiori entrate tributarie e contributive riferite al 2022 saliranno ancora di parecchi miliardi".
Secondo l'Ufficio Studi, l'
extragettito non sarebbe frutto di un inasprimento fiscale, ma della
combinazione di tre
aspetti congiunturali distinti: un forte aumento dell’inflazione, che ha fatto salire le imposte indirette; il miglioramento economico e occupazionale avvenuto nella prima parte dell’anno; la cancellazione di agevolazioni per il 2022.
"Oltre a queste tre specificità, va altresì considerato che a partire da marzo di quest’anno le famiglie italiane percepiscono l’
assegno unico, misura che ha sostituito le “vecchie” detrazioni per i figli a carico. Questa novità (a parità di condizioni) ha delle evidenti implicazioni sul calcolo della pressione fiscale. Se le detrazioni riducevano l’
IRPEF da versare al fisco, la loro abolizione ha incrementato il gettito fiscale complessivo annuo di circa 8,2 miliardi di euro. Ricordiamo che, ora, le risorse per erogare l’assegno unico vengono contabilizzate nel
bilancio statale come uscite", si legge nella nota della CGIA che segnala però come manchino all'appello quasi 8 miliardi di euro.
"Con la
tassa sugli
extraprofitti applicata alle
imprese energetiche dal Governo Draghi, nel 2022 l’erario doveva incassare complessivamente 10,5 miliardi di euro. Dopo il saldo del 30 novembre scorso, invece, nelle casse dello Stato sono “arrivati” solo 2,7 miliardi di euro. Pertanto, tra i 57 incassati provvisoriamente in più quest’anno mancano sicuramente all’appello altri 7,8 miliardi di euro", sottolinea l'Ufficio Studi di CGIA.