(Teleborsa) - Arriva la firma del Presidente statunitense
Donald Trump sulla misura approvata dal
Congresso per mettere fine allo shutdown,
finanziando il Governo USA fino all'8 febbraio prossimo.
L'accordo
bipartisan per far approvare la Manovra finanziaria e
revocare lo shutdown, scattato alla mezzanotte di sabato 20 gennaio è arrivato ieri 22 gennaio, quando al Senato i democratici e i repubblicani sono arrivati a un compromesso per revocare la misura, espressamente prevista nella Costituzione americana qualora il Congresso non riesca a trovare un accordo sulla Manovra finanziaria. La parola "shutdown"
sta a indicare, infatti, la parziale chiusura di uffici e servizi federali per quelle attività classificate come non essenziali. L'ultimo congelamento delle attività federali statunitensi
era avvenuto il 1° ottobre 2013, durante l'amministrazione
Obama.
I democratici statunitensi hanno votato sì per revocare la chiusura di uffici e servizi federali in cambio di una legge per proteggere i giovani immigrati arrivati illegalmente da bambini. Dunque la legalizzazione dei cosiddetti
Dreamers gli 800.000 clandestini arrivati da piccoli negli
Stati Uniti e ai quali
Donald Trump ha tolto le protezioni in passato garantite da ordini della Casa Bianca, sembra essere il primo step per una "intesa finalizzata a proseguire il negoziato in vista di un accordo globale" sui temi in discussione, come rivelato da
Chuck Schumer a capo della minoranza democratica al Senato.
Ma l'accordo spacca i democratici, con
Schumer sommerso dalle critiche per un'intesa che secondo esponenti democratici non offre alcuna garanzia su una nuova legge sull'immigrazione. La senatrice democratica
Kamala Harris ritiene che sia folle credere alle promesse del leader dei repubblicani in senato
Mitch McConnell.