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Grexit, dalla parola ai fatti

Economia
Grexit, dalla parola ai fatti
(Teleborsa) - La Grecia ha invitato i creditori del paese ellenico a trovare un compromesso per rompere una situazione di stallo sul negoziato di salvataggio, nell'imminenza delle scadenze dei rimborsi al Fondo Monetario Internazionale. Per lo più, da comunicazioni governative, nelle casse di Atene resterebbero 800 milioni di euro a fronte di risorse urgenti da drenare per stipendi e pensioni, pari a oltre 2 miliardi.

Alexis Tsipras ha detto che la Grecia non può assorbire tutte le misure di ulteriore austerità, mentre il ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, ha ribadito che il suo governo ha fatto tre quarti del percorso e il resto della strada tocca adesso ai creditori.

Il ministro dell'Interno greco, Nikos Voutsis, che non ha poteri decisionali economici, si è spinto a dire che la Grecia non può e non vuole pagare il FMI il prossimo 5 giugno, senza accordi preliminari sui negoziati.

"La Grecia ha fatto enormi passi avanti raggiungendo un accordo, spetta ora alle istituzioni fare la loro parte", ha detto Varoufakis, ieri, in una intervista rilasciata alla BBC. "Non è nel loro interesse, come nei nostri, che la mucca che produce il latte debba essere sottomessa nella misura in cui il latte non sarà sufficiente per ottenere indietro le risorse erogate”.

Il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande, la scorsa settimana, hanno dato tempo a Tsipras fino alla fine di maggio, per raggiungere un accordo sul programma di aiuti, compresi i cambiamenti di politica economica richiesti dei creditori.

Il tempo che resta, quindi, è sempre di meno. Il governo greco deve pagare stipendi e pensioni mensili entro il 29 maggio, per oltre 2 miliardi di euro, oltreché rimborsare circa 300 milioni di euro al FMI.

Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, nel frattempo ha segnalato che non c'è più molto spazio interpretativo alle condizioni poste da Atene, dopo che il governo di Tsipras si era impegnato a riformare l’economia greca in cambio di aiuti.

"Questa è la condizione per il completamento del programma in corso", ha detto Schaeuble in un'intervista alla radio tedesca. "I problemi sono radicati in Grecia. E ora la Grecia non intende più rispettare gli impegni assunti”.

Alcuni membri del partito Syriza a cui appartiene il premier Tsipras, preferiscono l’inadempienza sui prestiti ricevuti dall'Unione europea, piuttosto che tirarsi indietro dalle politiche anti-austerità che hanno permesso a Tsipras di conquistare il potere lo scorso gennaio, anche se ciò porterebbe la Grecia fuori dall'euro.

“Una uscita della Grecia dall'euro è solo una questione di tempo e non porterebbe alla rottura dell'unione monetaria”, ha detto l'ex presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan.

"Un'uscita potrebbe rendere l'euro più forte”, ha aggiunto Warren Buffett, in un'intervista al giornale tedesco Euro-am-Sonntag.

"Una volta che ci si trova in una unione monetaria, uscirne è catastrofico", ha detto Varoufakis. "Sarebbe un disastro per tutti i soggetti coinvolti. Sarebbe un disastro principalmente per l'economia sociale greca, ma sarebbe anche l'inizio della fine del progetto della moneta comune in Europa”.
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