Tutte le Banche Centrali stanno correndo ai ripari: il sistema dei pagamenti elettronici ha dato la possibilità ad una molteplicità di soggetti nuovi, non bancari, di tenere in gestione la moneta. Sono soggetti che non si occupano solo di fungere da intermediari, per effettuare le transazioni sulle piattaforme di commercio elettronico, prelevando le somme da un conto per versarle su un altro conto, ma che offrono sempre più spesso anche dilazioni di pagamento sugli acquisti: qualcosa di molto simile alla concessione del credito al consumo, una attività appositamente disciplinata. Ed ancora, per poter concedere le dilazioni di pagamento, questi soggetti devono contare o su risorse proprie o su accordi stipulati con terzi che garantiscano a loro volta.
Non solo,
alcune piattaforme informatiche raccolgono depositi remunerandoli lautamente, spiazzando le banche. Il sistema dei pagamenti elettronici ha creato un mercato nuovo, parallelo a quello bancario, che gestisce somme enormi.
Storicamente,
è sempre stato costoso e spesso anche pericoloso pagare in contanti, usando le monete che una volta erano d'oro o d'argento oppure le banconote, per regolare le compravendite e tutti gli altri contratti per importi rilevanti e soprattutto tra soggetti che risiedono in luoghi distanti tra loro. Un problema vecchio di secoli, risolto con le lettere di cambio e con le cambiali tratte: tutto però
veniva intermediato dai Banchieri e dai Cambiavalute, che detenevano effettivamente l'oro, le monete e le banconote. Mettevano queste risorse a disposizione dei clienti, compensando le diverse operazioni in una apposita "stanza" e saldando a periodi fissi le differenze tra il dare e l'avere.
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