Sembra quasi che non si renda conto del fatto che
l'inflazione è determinata da fattori esogeni, dall'aumento dei prezzi dell'energia e delle materie prime sui mercati internazionali saliti alle stelle, creando immensi problemi alle imprese ed alle famiglie.
Delle due l'una:
- o la BCE si è resa conto che gran parte della liquidità che ha immesso finora è stata utilizzata a fini speculativi, per accaparrare posizioni sui mercati all'ingrosso e sui futures, e tace colpevolmente;
- oppure, la BCE aggrava con queste decisioni le difficoltà dell'economia reale, perché riducono la quantità di moneta di nuova emissione, quando l'aumento dei prezzi richiede maggiori mezzi di pagamento per non avere un impatto sull'economia reale.
In pratica, nell'un caso e nell'altro, la
BCE ha assunto una posizione che risponde alla meccanica teorica, per cui
all'aumento dell'inflazione si deve tirare comunque la corda della politica monetaria.
Tutto il peso di questi aumenti dei prezzi dell'energia e delle materie prime importate viene gravato sulle politiche fiscali, con gli Stati che devono tagliare altre spese o finanziarsi in disavanzo per minimizzare l'impatto dell'aumento di questi prezzi sulla collettività.
Alcune
imprese, soprattutto fra quelle che lavorano nel settore delle ceramiche, del vetro, della metallurgia e dei fertilizzanti, hanno già annunciato che,
non potendo scaricare sui prezzi gli aumenti dell'energia, devono sospendere la produzione.
"