Bisogna svegliarlo il robottino di Francoforte.
La
BCE si comporta invece come un automa.
Considerando ormai alle spalle la fase acuta dell'epidemia, come se tutte le attività economiche avessero ripreso a pieno, e cercando di fronteggiare l'andamento decisamente elevato dell'inflazione come se fosse determinato da un eccesso di domanda ovvero da una attività economica surriscaldata da troppi investimenti, la BCE ha deciso di:
- confermare la conclusione del PEPP (Pandemic Emergency Purchase Program) a marzo prossimo, riducendo già nel corso di questo primo trimestre il ritmo degli acquisti netti, con l'impegno a mantenere il livello delle detenzioni riacquistando i titoli alla loro scadenza;
- ridurre gradualmente gli acquisti di titoli nell'ambito del PAA (Purchase Asset Activity): 40 miliardi mensili nel secondo trimestre, 30 miliardi nel terzo e 2 miliardi nel quarto;
- mantenere inalterati i tassi di riferimento, sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale che rimarranno rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%.
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