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Il debito pubblico ed il patto di stabilità e crescita. Qualche suggerimento al Ministro dell'Economia

Ripensare il patto, il ruolo della pubblica amministrazione per consentire un controllo della spesa che riduca gli interessi opportunistici a favore dei più deboli

4) Le spending review

Le spending review hanno fissato i tetti di spesa, ma non basta, ed è ancora una manovra inadeguata, è come se un'azienda per ridurre i costi decidesse di non comperare più materie prime senza intervenire sugli assetti organizzativi e sui ricavi collegati, il ragionare sui tetti di spesa è fortemente limitativo perché le decisioni vanno poste sul rapporto costi e benefici e non solo sui costi. Per ridurre la spesa corrente è necessario intervenire sulla riorganizzazione dei servizi magari accorpandoli. Ci vuole il tempo per modificare gli assetti organizzativi: un orizzonte di almeno 3 anni e non, come avviene ora, una legge che ogni anno cambia le regole anche in corso d'anno in una logica di brevissimo termine; se si approva il bilancio preventivo per l'anno in corso ad agosto come si fa a parlare di programmazione. Tutti giocano sulla linea di porta a gettare il pallone in tribuna come capita, altro che strategia di lungo tempo. Un paese che vive sul breve tempo ed ogni problema diventa un'emergenza per anni: i rifiuti della Campania, gli sbarchi degli extracomunitari, l'evasione fiscale, la corruzione ad ogni livello e così via, purtroppo. Di fatto tutte le spending review fatte sono state pensate senza aziendalisti che conoscono i sistemi di controllo di gestione e di internal audit indispensabili per limare le voci di spesa, ma più spesso sono state composte da economisti generali e da studiosi di finanza che poco hanno a che fare con i sistemi di controllo integrati.

Spending reviewInsomma per tutto quello che si è detto, la dimensione non dovrebbe essere più quella comunale ma regionale. Un patto di stabilità per la Lombardia, il Veneto, la Toscana, la Campania e via dicendo con elasticità decisionale dove si possono fare compensazioni non solo fra le singole voci di spesa ma anche fra comune e comune.

L'Italia affronta una fase storica difficile per provare a ridurre un debito monstre con il rischio ancora una volta di perdere il controllo della spesa. Siamo in un fase storica straordinaria, la crisi non è economica ma ha radici in un modello socioculturale che si è radicato negli ultimi 60 anni ed è fallito avendo creato una società conflittuale ed individualista in cui gli obiettivi di profitto hanno messo in secondo piano quelli etici e di rispetto della persona da cui dobbiamo ricominciare.

Ripensare il patto, il ruolo della pubblica amministrazione per consentire un controllo della spesa che riduca gli interessi opportunistici a favore dei più deboli è un imperativo morale per la realizzazione di un bene comune sempre dichiarato ma mai realizzato.

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