(Teleborsa) - Nell’ambito del convegno “
Green Deal del Trasporto Aereo” organizzato da ENAC e Luiss School of Law nella mattinata odierna a Roma, il Presidente del Gruppo SAVE,
Enrico Marchi, è intervenuto con una relazione che si è focalizzata sull’
aeroporto di Venezia e le azioni intraprese per raggiungere le zero emissioni nel 2030. Un traguardo sfidante, sollecitato anche dall’ubicazione dello scalo nel delicato e unico ecosistema lagunare, che ha stimolato la stessa pianificazione del
Master Plan al 2037 (attualmente in fase di VIA) nel quale sono stati inseriti progetti che consentono questa accelerazione.
“Le
macroaree di azione su cui ci stiamo concentrando riguardano l’efficientamento energetico, la circolarità dei processi di produzione, gli interventi che favoriscono la biodiversità, l’intermodalità – ha dichiarato Marchi –. Ne è un esempio lo sviluppo del ciclo dell’acqua, realizzato con un depuratore di ultima generazione la cui caratteristica principale consiste nel riutilizzo dell’acqua trattata, non potabile, per attività collegate all’operatività dell’aeroporto, consentendo un risparmio di acqua potabile di circa il 30%. Ugualmente, per la raccolta dei rifiuti, è stato installato nel terminal un impianto pneumatico pressoché unico a livello mondiale, che ha determinato un netto miglioramento del processo di separazione e gestione dei rifiuti".
"Il Master Plan al 2037 prevede importanti investimenti per la produzione di
energie alternative – ha proseguito Marchi –. I principali riguardano la realizzazione di un
impianto agrivoltaico, che coprirà il 47% dei fabbisogni energetici dello scalo, e la sostituzione dell’attuale
centrale di trigenerazione a gas metano con una di nuova generazione che potrebbe funzionare con un mix di idrogeno-biometano. Il nostro obiettivo è inoltre quello di sviluppare l’aeroporto come nodo centrale di un sistema urbano interconnesso che, sfruttando tecnologie digitali, garantisca un’integrazione fluida con la città e il territorio. In questa direzione si collocano sia la realizzazione di due
vertiporti a servizio di droni a propulsione ad idrogeno, che potrebbe essere autoprodotto attraverso lo stesso impianto agrivoltaico, che la bretella ferroviaria ad alta velocità in fase di costruzione".
"Si tratta di investimenti ingenti – ha concluso Marchi – effettuati tutti in autofinanziamento, per i quali il
PNRR sarebbe potuto essere un acceleratore. Un’occasione mancata, che ha del tutto estromesso le infrastrutture aeroportuali".