(Teleborsa) -
Confindustria ha presentato a Bruxelles un
nuovo rapporto sull’economia circolare, delineando dieci raccomandazioni strategiche per orientare il futuro regolatorio europeo, in particolare il
Circular Economy Act che verrà introdotto a livello europeo. Questi suggerimenti rispondono alle esigenze del mondo industriale e mirano a facilitare una transizione circolare efficace, creando un quadro normativo più chiaro e operativo per le imprese.
Tre le
direttrici principali individuate per una transizione efficace: abbattere le barriere non tecnologiche, promuovere lo scambio di beni e prodotti circolari e potenziare la capacità impiantistica del Paese. L’economia circolare, infatti,
non riguarda solo l’ambiente, ma è una leva strategica per la competitività industriale, integrando settori come l’energia, i trasporti, la logistica e gli appalti pubblici.
Nel dettaglio, le dieci raccomandazioni si concentrano su temi cruciali. La prima
riguarda la semplificazione e armonizzazione della regolamentazione europea sull’economia circolare, per evitare duplicazioni normative e oneri burocratici. La seconda propone di semplificare le procedure autorizzative per la gestione dei rifiuti, garantendo stabilità normativa. Inoltre, viene sottolineata l’importanza di rimuovere gli ostacoli relativi al permitting ambientale, al fine di attrarre investimenti e favorire l’innovazione.
Le proposte continuano con la razionalizzazione di istituti giuridici come i sottoprodotti e l'"end of waste", che ancora oggi risultano inadeguati a sostenere una transizione circolare efficiente. Un altro punto fondamentale è il
sostegno alla ricerca e innovazione, per migliorare la valorizzazione dei rifiuti e semplificare gli adempimenti necessari per la sperimentazione di nuovi materiali.
Altre raccomandazioni riguardano la promozione di misure incentivanti per lo sviluppo del mercato dei prodotti circolari e l’introduzione di certificati per valorizzare l’uso di materie prime seconde. È proposto, infatti, un
sistema di titoli di efficienza energetica circolare, che incentiverebbe l’utilizzo di materie prime secondarie, premiando chi immette MPS nel mercato con certificati relativi al risparmio energetico e alla riduzione delle emissioni di CO2.
Tra i suggerimenti di Confindustria anche quello di
rafforzare il ruolo degli appalti pubblici nel promuovere la circolarità e di coordinare le politiche di transizione energetica con quelle per l’economia circolare, per un utilizzo più razionale delle risorse. Inoltre, viene evidenziata la necessità di risorse adeguate per raggiungere gli obiettivi normativi europei, attraverso una maggiore leva finanziaria pubblica e privata. Infine, il rapporto sottolinea l’importanza di creare sinergie tra sostenibilità e sicurezza nell’approvvigionamento di materie prime, con l’obiettivo di garantire maggiore indipendenza per l’Italia e l'Unione Europea.
Confindustria ribadisce l'importanza di adottare un modello produttivo circolare non solo per la sostenibilità ambientale, ma anche come strumento di competitività per l'industria italiana ed europea. Il focus del rapporto si concentra anche sulle migliori pratiche italiane, che spaziano dalla bioeconomia alla decarbonizzazione, dimostrando come l’industria italiana stia già adottando modelli circolari in vari settori.
Lara Ponti, vicepresidente di Confindustria per la Transizione Ambientale e gli Obiettivi ESG, ha commentato: "L’economia circolare è un buon affare, un
buon affare verde. Fa crescere l’economia e migliora l’ambiente". Sottolineando le necessità urgenti dell’industria europea, Ponti ha aggiunto che semplificare il quadro normativo, attrarre investimenti e sostenere l’innovazione sono gli imperativi per un futuro circolare competitivo e sostenibile.
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