(Teleborsa) -
Mercoledì 20 novembre ci sarà uno sciopero nazionale di 24 ore che coinvolgerà medici, dirigenti sanitari, infermieri e altre professioni sanitarie; ci sarà anche una manifestazione a Roma - in piazza Ss. Apostoli - alle ore 12.00. Il motto è
“Difendiamo il servizio sanitario nazionale”. Anief ha deciso di appoggiare lo sciopero “intanto per difendere il sistema sanitario nazionale che coinvolge tutti noi e anche perché bisogna dire no alla violenza, che viene diretta sempre più spesso verso chi svolge il proprio dovere, come la cronaca ci racconta, attraverso episodi violenti nei confronti di medici e infermieri. Anche la scuola diviene spesso teatro di atti violenti, che vengono rivolti contro dirigenti scolastici, docenti e personale Ata. Non ci stiamo, bisogna riconoscere le professioni, la professionalità e la dignità dei lavoratori”, ha osservato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.
Tra le ragioni dello sciopero troviamo: de 3,7 miliardi annunciati per la sanità pubblica, nel 2025 ne arriveranno solo 1,3 insufficienti perfino a finanziare i rinnovi dei contratti del personale sanitario; la depenalizzazione dell’atto medico, e delle altre professioni sanitarie, si è dissolta nei risultati non ancora ufficiali della Commissione D’Ippolito fumosi e poco efficienti; al posto della defiscalizzazione al 15% dell’indennità di specificità medica e sanitaria, riceviamo solo una misera elemosina. Infermieri e altre professioni ex legge 43 aspetteranno anni per gli aumenti; la defiscalizzazione al 15% delle prestazioni aggiuntive è una chimera, numerose aziende si rifiutano di applicarla; non c’è traccia della contrattualizzazione degli specializzandi di area medica e sanitaria e della retribuzione anche per gli specializzandi delle altre professioni sanitarie non mediche. Solo spiccioli per gli uni, neanche il riconoscimento professionale per gli altri; si punta ad aumentare le risorse destinate alla sanità privata, ma si ignorano i diritti dei sanitari che attendono un contratto da 20 anni; i medici dell’emergenza-urgenza, gli infermieri e le professioni sanitarie assistenziali non vengono ammessi ai benefici di legge previsti per i lavori usuranti riservando agli stessi altre briciole dilazionate; non ci sono norme per una concreta e strutturale valorizzazione degli infermieri e delle professioni sanitarie ex legge n 43/2006; la finanziaria non prevede alcuna assunzione nel Ssn a fronte delle 30mila promesse.; gli ospedali continuano ad essere luoghi insicuri. Aggressioni, violenze a danno degli operatori e nessun controllo o diktat alle aziende che dovrebbero garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro; i
fondi del PNNR ancora desaparecidos; i contratti dei dirigenti medici e sanitari sono ingabbiati nella PA.