(Teleborsa) -
Il governo incassa alla Camera la fiducia sulla Manovra con 211 voti a favore e 117 contrari. Dopo una breve pausa dei lavori sulla manovra per la votazione sulle dimissioni di Enrico Letta, l'Assemblea di Montecitorio ha ripreso l'esame e il voto sugli ordini del giorno alla legge di bilancio. Alle 20 è prevista la Nota di variazione, alle 21 inizieranno le dichiarazioni di voto finali, riprese in diretta tv e intorno alle 22,30 il voto finale sul provvedimento. La manovra passerà poi al Senato per la seconda lettura.
''In manovra abbiamo individuato regole e risorse per sostenere il tessuto produttivo del mezzogiorno, confermando fino al 2029 decontribuzione sud" ha detto la
ministra del Lavoro, Marina Calderone.Ma per la
Cgil il provvedimento "accelera declino economico paese e impoverisce fasce popolari. Il giudizio sulle scelte di politica economica del governo per il 2025 è, infatti, per la Cgil "gravemente negativo". "Non si intravede – sottolinea in una nota il
segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari – un solo provvedimento in grado di invertire il declino economico del Paese e la crescita anemica del Pil. Anzi, i tagli lineari alla spesa pubblica e agli investimenti peggioreranno la situazione, comprimendo ancor di più la domanda interna e impedendo di mettere in campo una politica industriale all'altezza delle sfide cruciali che abbiamo di fronte: la transizione digitale, energetica ed ecologica del nostro sistema produttivo. Le conseguenze saranno immediate e molto concrete. Si moltiplicheranno le crisi aziendali, aumenterà la richiesta di cassa integrazione, i livelli occupazionali, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, ne risentiranno. Lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, che hanno sopportato un brutale impoverimento causato da una fiammata inflattiva cui non è stato posto alcun rimedio significativo, subiranno – aggiunge
Ferrari – anche gli effetti dell'indebolimento di un welfare sempre meno pubblico e meno universalistico, del definanziamento del Servizio sanitario nazionale, dell'Istruzione e della Ricerca, della riduzione dei trasferimenti agli Enti locali". Inoltre, il segretario confederale sottolinea che "non ci sarà alcuna risposta neppure sul piano previdenziale" e "le nuove generazioni, che soffrono sulla loro pelle una precarietà che da lavorativa sempre più spesso si trasforma in esistenziale, continueranno a lasciare il nostro Paese per cercare opportunità di realizzazione all'estero". Secondo Ferrari "a guadagnarci saranno, ancora una volta, chi sta accumulando profitti, grandi patrimoni e rendite, cresciuti a dismisura, e gli evasori, per i quali viene escogitato ogni sistema possibile e immaginabile per consentirgli di continuare a non rispettare i loro doveri fiscali".