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Roboetica, arte e I.A convivono nel Robot Primitivo: l’ambizioso progetto di Marcondiro

L’artista esplora le potenzialità della tecnologia più avanzata in dialogo con il passato di 3000 anni fa

Cultura, Economia
Roboetica, arte e I.A convivono nel Robot Primitivo: l’ambizioso progetto di Marcondiro
(Teleborsa) - Con 1507 aziende espositrici della Fiera del Marmo di Verona 2023, di cui quasi il 70% arrivate dall’estero, 51 mila operatori provenienti da 138 paesi, con un + 10% rispetto all’edizione 2022 e una grande affluenza da Canada, Stati Uniti e Brasile, la 58esima di Marmomac porta su di sé il peso delle grandi aspettative.
Tra gli espositori alla più grande fiera internazionale dedicata al marmo e alle pietre naturali, anche Marcondiro, all’anagrafe Marco Marchese Borrelli, con la presentazione dell’opera scultorea di arte e design dal titolo ossimorico Robot Primitivo, in occasione del 50° anniversario della scoperta dei "Giganti del Mont'e Prama".

Sarà possibile scoprire da vicino Robot Primitivo - insieme all’intera progettualità dell’artista al Palaexpo di Verona dal 24 al 27 settembre 2024, nello spazio dedicato a Silvestri Art&Design fondata da Davide Silvestri, azienda che realizza al fianco di artisti internazionali, opere d'arte e pezzi unici di design in collaborazione con Primigen S.r.l. società di produzione crossmediale e cinematografica, dedicata alla digitalizzazione ed innovazione nell’ambito dell'entertainment ed edutainment cross-transmediale della Media Art.

Il Robot Primitivo di Marcondiro è realizzato in pregiato marmo di Carrara e lavorato interamente dallintelligenza artificiale in grafica 3D con movimento dell’avatar. Racchiude in sé tre grandi messaggi che l’artista vuole diffondere: un futuro non distopico, equità sociale e consapevolezza ambientale per una umanità migliore. Concetti ripresi e approfonditi anche nell’album DATA, L'Amore ai tempi della Tecnologia dove Marcondiro opera una riflessione sulla società contemporanea alle prese con sfide proibitive come - appunto - sperimentare dei sentimenti ai tempi dell’intelligenza artificiale.


Lo stimolo visivo per realizzare il personaggio che unisce arte, roboetica e intelligenza artificiale, deriva dai Giganti del Mont'e Prama, grandi sculture alte fino a 2,5 mt risalenti alla civiltà Nuragica e ritrovate nel 1974 nel Sinis di Cabras, della Sardegna nord occidentale. Scolpiti in calcarenite, i "Giganti" hanno dormito per circa 3000 anni prima di essere scoperti, per puro caso, durante i lavori agricoli in un campo.
Queste statue sono considerate uno dei più importanti e misteriosi reperti archeologici dell'isola e dell'intero Mediterraneo, e la loro funzione è ancora dibattuta tra gli studiosi. Alcuni ritengono infatti che fossero statue votive, destinate a rappresentare eroi, guerrieri o divinità; altri suggeriscono che fossero guardiani di una necropoli monumentale, dato che nella stessa area sono state rinvenute anche tombe a pozzetto. La loro importanza, al netto della ragione per cui sono state scolpite, è notevole: basti pensare che rappresentano la più antica testimonianza scultorea monumentale del Mediterraneo occidentale, precedenti persino alle sculture greche arcaiche.

"Ho scelto di realizzare l'opera del Robot Primitivo utilizzando esclusivamente robot per il taglio del marmo per rispettare l'idea primigenia del progetto: fare 'Arte senza Arte-fare’" spiega l’artista. “Mi affascinava il pensiero che una macchina potesse creare la testa del Robot. Questo concetto si collega alla narrazione contemporanea sull'Intelligenza Artificiale e al timore diffuso che, un giorno, una AGI – un'intelligenza artificiale capace di generare coscienza – diventi non solo senziente, ma anche molto più potente del cervello umano. La scelta di scolpire la testa di un robot nasce dalla mia volontà di creare un legame ucronistico tra le sculture nuragiche dei Giganti di Monte Prama e un essere androide che proviene probabilmente da un futuro non-distopico. In questo futuro immaginario, una popolazione illuminata avrebbe rappresentato questo essere misterioso in sculture e altre forme d'arte, per celebrare il suo fascino enigmatico. La testa del Robot Primitivo contiene una memoria sacrale che conserva ciò che è successo e prefigura ciò che ancora deve accadere".

Marcondiro da anni esplora le iconografie universali dell'essere umano e racconta la contemporaneità attraverso la ricerca e la sperimentazione di diversi linguaggi – VideoArt, GraphicArt, VideoGame Art, 3D, scultura e Interactive Art – portando avanti una riflessione artistica multistrato sull'evoluzione umana, che parte dalle raffigurazioni più antiche per arrivare alle più avanzate frontiere tecnologiche.
L’artista ha mostrato il suo Robot Primitivo per la prima volta nel 2018 per il videoclip Amati per la regia di Daniele Ciprì e con soggetto e sceneggiatura dello stesso Marco Borrelli che ha così puntato l’attenzione sui cosiddetti videoart musicali, settore per cui ha ottenuto diversi riconoscimenti come il primo premio al Festival cinematografico Internazionale "Vertical Movie" con il videoart musicale Captcha Cha nel 2021.

La sua ultramoderna visione dell’arte, all’insegna della cross-medialità e della rottura delle barriere, mischiando mezzi e linguaggi, aree artistiche e references, lo ha portato a esporre le proprie opere in forma di VideoArt e PosterArt durante il 2021 e il 2022, oltre che in CryptoArt nei digital marketplace e nelle gallerie virtuali, forte di un primato più che mai pionieristico: Marcondiro, infatti, ha realizzato il primo videoclip italiano in formato NFT (nel marzo 2021). Anche la sua formazione accademica non poteva che essere ibrida, fluida, cangiante: formatosi in ambito etnomusicologico, dal 2012 Marcondiro esplora infatti la musica di tradizione popolare, il cantautorato e la musica elettronica colta, volgendosi alla scultura in modo naturale poiché rappresenta per lui la "materializzazione sonora" di questa ricerca artistica, basata su una visione ottimistica di un futuro in cui tecnologia e umanità convivono armoniosamente.
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