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Consiglio europeo al via: cosa farà l'Italia sulle nomine?

La Presidente del Consiglio ha già chiesto un cambio di passo

Economia, Politica
Consiglio europeo al via: cosa farà l'Italia sulle nomine?
(Teleborsa) - C'è attesa per la due giorni del Consiglio europeo, che inizia oggi, per discutere di una serie di temi - le due guerre, sicurezza e difesa, migrazioni, competitività - cui si aggiunge ora un altro capitolo riguardante l'agenda strategica 2024-2029 e le nomine. La scelta dei cosiddetti "top jobs" è il tema più divisivo, stante il fatto che le ultime elezioni hanno visto l'ascesa di forze di opposizione che non si possono più ignorare (e non vogliono essere ignorate), mentre la vecchia maggioranza ancora in piedi faticherà ad imporre le vecchie nomine.

Il mantenimento dello status quo, su cui si è trovata un'intesa un paio di giorni fa, che vedeva in testa Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea, affiancata da Antonio Costa quale presidente del Consiglio europeo e Kaja Kallas quale Alto rappresentante non è piaciuto al fronte dei conservatori, che sono ora il terzo gruppo nell'ambito del nuovo Europarlamento. Una posizione troppo ingombrante, benché la maggioranza Ursula abbia mostrato una certa tenuta. Fonti europee confermano che nella fronda che contrasta l'intesa raggiunta vi sono al momento l'Italia, l'Ungheria di Orban e la Slovacchia di Fico.

Nelle sue comunicazioni al Parlamento in vista del Consiglio europeo di oggi, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha chiesto un "cambio di passo" ed ha denunciato che l'intesa raggiunta non è "democrazia", perché basata su una "maggioranza fragile" che non tiene in debita considerazione il volere degli elettori. Una posizione supportata anche dal Presidente Mattarella il quale ha sollecitato che "non si prescinda dall'Italia".

Quali sono gli scenari più probabili ora? Appare piuttosto remoto che la fronda dei tre oppositori possa modificare l'intesa raggiunta. Non si attende quindi un secco no dall'Italia, che potrebbe meglio giocare la carta dell'astensione al bis di Ursula von der Leyen, dando un messaggio chiaro ed inequivocabile alla nuova Commissione europea. Nella maggioranza del PPE, su cui si basa l'intesa, c'è anche una parte del governo italiano, grazie a Forza Italia, che ora guarda con grande preoccupazione al voto dell'Europarlamento ed alla possibilità di ingresso di Fratelli di Italia e dell'Ecr in una minoranza di blocco.
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