(Teleborsa) - La nomina della
Commissione europea è a rischio. I veti incrociati popolari, socialisti e liberali mettono inoltre a rischio anche la posizione della presidente
von der Leyen che non appare più stabile come lo era due settimana fa annunciando la nuova squadra di Palais Berlaymont. È fallita la mediazione con Manfred Weber, Iratxe Garcia Perez e Valerie Hayer. I socialisti affermano che non voteranno
Raffaele Fitto come vice presidente mentre il Ppe ha nel mirino
Teresa Ribera.
"Non lo voteremo in nessun caso, la
fiducia è rotta. Il
pacchetto per noi è di cinque vice presidenti, il Ppe lo voti con l'estrema destra", riporta Ansa citando fonti del gruppo dei socialisti S&D sulla possibilità di votare il candidato italiano.
L'impasse sta alimentando anche le polemiche interne. "Signore e signori, ecco a voi la posizione del gruppo dei socialisti europei, nel quale la delegazione più numerosa è quella del Pd di Elly Schlein – ha commentato la presidente del Consiglio,
Giorgia Meloni –. L'Italia, secondo loro, non merita di avere una vicepresidenza della Commissione. Questi sono i vostri rappresentanti di sinistra". "Basta favole, nel 2019 eri contro la nomina di Gentiloni a commissario europeo e organizzavi addirittura una protesta davanti a Palazzo Chigi", ha replicato il dem
Dario Nardella.
Un quadro complesso a cui si sommano le difficoltà politiche che stanno affrontando
Spagna e
Germania. Madrid è impegnata con le conseguenze delle devastazioni di Valencia, mentre Berlino si prepara alle elezioni dove il ruolo di favorita è dato alla Cdu mentre l'Spd si giocherà il secondo posto con l'estrema destra di Afd. Sullo sfondo la nuova amministrazione Trump e le difficoltà che potrebbe affrontare l'Europa con il nuovo presidente americano.
Ci si aspetta ora un giro di colloqui della presidente della Commissione europea con le capitali. Lo scenario peggiore per von der Leyen sono le dimissioni. A quel punto servirebbe un nuovo candidato e una delle ipotesi che circola a Bruxelles è quella di
Mario Draghi.