(Teleborsa) -
Scenario macroeconomico e possibili prospettive al centro dell'
Ecopillola curata dall'
economista Andrea Ferretti che traccia un quadro generale partendo
dall'inflazione. "I dati di gennaio - spiega il professore - evidenziano
una riduzione della pressione sui prezzi, infatti, a livello di Eurozona l'inflazione è scesa a gennaio all'
8% rispetto al 9,2% di dicembre, anche a livello italiano è scesa al
10,1% contro l'11,6% di dicembre. Da evidenziare, tuttavia, che nel nostro paese l'inflazione di fondo, ossia al netto dei prodotti energetici e dell'alimentare fresco, a gennaio si è mossa in controtendenza salendo al 6% rispetto al 5.8% di dicembre e questa resilienza dell'inflazione di fondo, presente anche a livello di Eurozona, non deve essere trascurata perchè ci ricorda come i prezzi dei beni energetici abbiano finito per contagiare anche i beni non energetici e i servizi".
Prospettive per Eurozona e Italia - Verosimilmente, prosegue Ferretti, "rimarrà sostenuta per tutto il 2023, oscillando tra il 5- 6% , solo nel corso del 2024 potrebbe attestarsi intorno a quel
2.5% , avvicinandosi così al target del
2% tanto caro alla BCE.
Il secondo punto riguarda i
tassi: "In Europa - prosegue - l'inflazione non deriva dal surriscaldamento dell'economia come negli Stati Uniti, ma dalla pressione sui prezzi delle fonti energetiche, dunque, il rischio è che l'aumento dei tassi voluto dalla BCE possa avere un impatto incerto sulla riduzione dell inflazione
ma un impatto certo sul sistemo produttivo dell'Eurozona. Per questo
, ha pienamente ragione Fabio Panetta - membro del board della BCE - che ritiene che la Banca Centrale
debba muoversi sul fronte dei tassi, molto gradualmente, basandosi sull'evoluzione dei dati macroeconomici". Le prospettive - "Posto che un aumento dei tassi a marzo dello 0.50% appaia ormai ineluttabile, dopo sarebbe fondamentale che la BCE proprio al fine di sostenere il tessuto produttivo dell'Eurozona assumesse una p
ostura meno aggressiva ,magari procedendo nel corso del 2023
con due mini aumenti da 0,25%".Terzo punto,
crescita e PIL - "Non c'è dubbio - sottolinea il professore -
che lo scenario prospettico appaia oggi più confortante rispetto allo scenario di recessione ipotizzato pochi mesi fa. Del resto, le previsioni d'inverno della Commissione europea appena divulgate prevedono per l'Eurozona così come per l'Italia, nel 2023, una crescita dello 0,8%, quindi meglio della Germania (+0.2%) e della Francia,(+0.8%), ciò significa che le nostre filiere produttive stanno dando prova di una sorprendente forza strutturale
trainata dal'export che nel 2022 è aumentato del 20%". Semmai - conclude l'economista - a nota dolente è che le previsioni della Commissione per il 2024 vedono nuovamente l'Italia fanalino di coda della crescita europea, con un PIL a + 1% rispetto a una media europea del +1.5%. Il peggio verosimilmente passerà con il
2023, ma specie in Italia dovremo tenere alta la guardia almeno per tutto il 2024".
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