(Teleborsa) -
Vladimir Putin apre "a
colloqui per assicurare gli interessi della
Russia" ma non alle condizioni poste dagli Stati Uniti, cioè l'abbandono del territorio ucraino da parte delle truppe russe. Il portavoce del Cremlino,
Dmitry Peskov, ha comunque spiegato che Putin "considera la pacifica via diplomatica come la preferibile per raggiungere i suoi obiettivi", ma gli
Stati Uniti devono riconoscere come territorio della Federazione le regioni ucraine recentemente annesse.
Ieri il presidente
Biden aveva aperto alla possibilità di un colloquio con Putin a patto di ricevere segnali "di volere cessare la guerra" per un avviare un possibile negoziato sull'Ucraina. Nell'incontro con il presidente francese
Macron a Washington si è parlato anche di una
conferenza internazionale a Parigi il 13 dicembre per raccogliere aiuti per Kiev.
Putin ha avuto invece una
conversazione telefonica con il cancelliere tedesco
Olaf Scholz durante la quale ha definito gli attacchi missilistici russi in Ucraina "una risposta forzata e inevitabile agli attacchi provocatori di Kiev contro le infrastrutture civili russe, tra cui il ponte di Crimea e impianti energetici". Questo quanto riferito dal
Cremlino e ripreso dall'agenzia russa Tass. Al telefono con il cancelliere tedesco il presidente russo ha definito "distruttiva" la linea dei Paesi occidentali in
Ucraina accusandoli per le armi fornite all'esercito ucraino. "L'attenzione è stata attirata sulla linea distruttiva degli stati occidentali, compresa la
Germania, che hanno potenziato il regime di Kiev con le armi, addestrato l'esercito ucraino", si legge in una nota del Cremlino. Secondo Mosca il sostegno occidentale incoraggia Kiev a rifiutare i negoziati.
Scholz ha comunque esortato il presidente russo a ritirare le truppe per consentire una soluzione diplomatica, condannando gli
attacchi aerei russi contro le
infrastrutture civili in
Ucraina e sottolineando la determinazione della Germania nel sostenere l'Ucraina nel garantire la sua capacità di difesa. Scholz ha quindi chiesto a Putin che si trovi "il prima possibile" una "soluzione diplomatica", di cui è parte il "ritiro delle truppe russe".