(Teleborsa) - Colpo di scena nelle vicende legali di
Banca Carige. Il Tribunale europeo del Lussemburgo ha deciso di
annullare la decisione della BCE che ha posto Banca Carige in amministrazione straordinaria. Lo ha reso noto la stessa Corte precisando di ritenere che la Banca centrale europea sia incorsa "in un errore di diritto" nella determinazione della base giuridica utilizzata per adottare le decisioni impugnate.
Il procedimento parte da un
ricorso presentato dalla piccola azionista Francesca Corneli, alla decisione della BCE di mettere in amministrazione straordinaria la banca, da gennaio del 2019, dopo che l'assemblea del dicembre 2018 aveva bocciato la proposta di aumento di capitale. Con voto contrario, il socio di maggioranza Malacalza Investimenti, della famiglia Malacalza e con il numero uno Vittorio Malacalza si era opposto al nuovo aumento di capitale.
Al mancato via libera dell'assemblea erano seguite le dimissioni dei vertici dell'istituto facendo decadere il consiglio di amministrazione. La BCE aveva quindi sciolto a sua volta il board nominando tre commissari e poi prorogato l'amministrazione Carige fino al 31 gennaio 2020 quando la banca ha ripreso la piena operatività.
Con la sua sentenza, il Tribunale dell'Unione ha accolto il ricorso ritenendo che le decisioni della banca centrale sugli articoli 69 e 70, paragrafo 1, del testo unico bancario e impongono il vincolo di amministrazione straordinaria in ragione del "deterioramento significativo" della situazione della banca.
La BCE avrà ora due mesi e dieci giorni per impugnare la sentenza, dinanzi alla Corte di giustizia dell'Unione europea.