(Teleborsa) -
Gli stipendi degli insegnanti si avvicinano sempre più alla
soglia di povertà, di fronte ad
un'inflazione ai massimi storici, cui occorrerebbe porre rimedio con un immediato
rinnovo del contratto 2019/22 e la stipula di un nuovo contratto che tenga conto dell'aumento del caro vita. La denuncia arriva dal sindacato autonomo
Anief, che cita alcune dichiarazioni fatte nei giorni scorsi da Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo della BCE. "Le preoccupazioni che avevamo a luglio non sono state alleviate", ha detto Schabel, che non esclude la possibilità di entrare "in una recessione tecnica" e guarda con preoccupazione ad un'inflazione "ai massimi storici".
Per l'Anief, "vi sono categorie, come quelle del
pubblico impiego, che stanno
soffrendo come non mai il peso del costo della vita in progressivo aumento", in particolare "i
lavoratori della scuola, già costretti a percepire buste paga irrisorie e ferme da quasi quattro anni".
"È grave che negli ultimi sei mesi sono stati registrati ulteriori 6 punti di aumento del costo della vita, che nel frattempo sono stati firmati i contratti di tutti i dipendenti pubblici, ma non quello della scuola", afferma il presidente del sindacato Marcello Pacifico, in un’intervista ad Italia Stampa, ricordando che "
Anief aveva chiesto un 'contratto ponte', ma purtroppo non è stato possibile firmarlo, così oggi gli stipendi di chi lavora a scuola stanno andando al di sotto della soglia povertà, perché addirittura stiamo parlando di 10 punti in meno all’inflazione registrata negli ultimi anni".
In base ai dati Eurydice 2022, in un decennio di carriera professionale, i docenti italiani accumulano in media 7.800 euro di divario rispetto a quanto accade ai colleghi europei. E a fine carriera,
dopo 35 anni di servizio, il gap diventa di oltre 11 mila euro. Ciò significa che oltre all’inflazione, occorrerà coprire questo disavanzo economico enorme con il nuovo contratto di lavoro 2022/24.
Anief ricorda che un accordo estivo sul
"contratto ponte", avallato anche dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, avrebbe già portato nelle tasche di quasi un milione e mezzo di
docenti e Ata, rispettivamente
fino a 123 euro e 97 euro. A cui aggiungere tra i 2mila e i 3mila euro di arretrati. Invece, ora ci si ritrova in alto mare, senza alcun accordo sul contratto del passato triennio, quello 2022/2024 tutto da definire e le elezioni alle porte.