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Sul caso della nave Diciotti è crisi: Mattarella in pressing. Salvini minaccia dimissioni: "Obiettivo è No Way australiano"

Intanto si attende una soluzione dalla Commissione europea, che ha convocato un vertice per venerdì 24 agosto

Economia, Politica
Sul caso della nave Diciotti è crisi: Mattarella in pressing. Salvini minaccia dimissioni: "Obiettivo è No Way australiano"
(Teleborsa) - Il caso della nave Diciotti rischia di provocare una crisi di Governo e pone in contrasto le più alte cariche dello Stato, Il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che minaccia addirittura le dimissioni, ed il Presidente della Camera, Roberto Fico, accusato di ingerenza in una questione non di sua competenza, con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla regia, suo malgrado, dopo esser stato costretto a muoversi nella giornata di ieri, 22 Agosto, per l'impasse che si era venuta a creare.

"Il mio obiettivo è il No way australiano", ha chiarito Salvini questa mattina, 23 agosto, in un'intervista a Radio RTL, spiegando "nessun migrante soccorso in mare mette piede in Australia". Poi, ha aggiunto che "sulla Diciotti sono tutti immigrati illegali" e che "l'Italia non è più il campo profughi d'Europa".

La linea è chiara. Non si scende a patti. La situazione si è aggravata ieri pomeriggio, 22 agosto, quando il Quirinale ha chiarito l'urgenza di risolvere lo stallo della nave Diciotti, ferma al porto di Catania dalla tarda serata di lunedì, anche per non provocare una "crisi europea", sollecitando il Premier Conte ad intervenire per trovare una mediazione con Salvini e far sbarcare i 177 migranti, fra cui 29 minori senza accompagnamento, sequestrati ormai da tre giorni sulla nave.

Ed è tafferuglio con il Presidente della Camera, Roberto Fico, che ha chiesto l'autorizzazione allo sbarco di tutti i 177 migranti o, perlomeno, dei 29 bambini presenti a bordo.

Una "ingerenza" che Salvini non ha certo gradito ed è scattata la polemica politica. "Tu fai il presidente dalla Camera e io faccio il Ministro, con un programma e un contratto di Governo ben preciso", ha replicato il leader leghista e poi ha aggiunto: "Se ci sono dei bambini possono scendere adesso, degli altri con il mio permesso non sbarca nessuno".

Il titolare del Viminale ha quindi scelto di "andare avanti a tutta forza" sulla sua linea, autorizzando solo lo sbarco dei 29 bambini e bloccando gli altri 150 immigrati presenti sull'imbarcazione della Guardia Costiera italiana.

"Se vogliono intervenire il Presidente della Repubblica o il Presidente del Consiglio lo facciano, ma non con il mio consenso", ha chiarito Salvini prima di minacciare le dimissioni in una diretta su Facebook: "Se mi sconfessate cade il governo".

Ad aggravare la situazione la Procura, che ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di sequestro di persona, al momento contro ignoti. La Procura per i minorenni di Catania ha inviato una lettera al Ministro dell'Interno e a quello delle Infrastrutture, al Capo Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione e al Prefetto, chiedendo che i 29 minorenni non accompagnati a bordo della Diciotti, oltre che i "soggetti vulnerabili", siano fatti sbarcare.

Sempre ieri il Procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, è salito sulla nave rilevando condizioni critiche per molti passeggeri, in particolare la diffusione della scabbia.

"Pare che per la nave Diciotti, ferma a Catania, la Procura stia indagando ignoti per trattenimento illecito e sequestro di persona. Nessun ignoto, INDAGATE ME! Sono io che non voglio che altri CLANDESTINI sbarchino in Italia. Se mi arrestano, mi venite a trovare Amici?", ha commentato in seguito il vicepremier e Ministro dell'Interno.

Intanto si attendono segnali dalla Commissione europea, accusata dallo stesso Salvini di non fornire risposte adeguate alla ridistribuzione dei migranti. Da Bruxelles fanno sapere di aver convocato una riunione, venerdì 24 agosto, nella capitale belga, per trovare soluzioni condivise. Ma quasi nessuno pare abbia risposto all'appello, solo la Francia e la Spagna avrebbero dato disponibilità all'accoglienza, senza ancora formalizzarla, mente un secco no è arrivato da malta e dall'Irlanda. Il vertice europeo rischia dunque di fare un buco nell'acqua e riportare alla luce le divisioni in Europa.
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