(Teleborsa) -
Questione migranti in primo piano, mentre la nave della marina militare
"Diciotti", con 177 persone a bordo, resta
attraccata al porto di Catania, in attesa di capire se e quando sbarcheranno. La nave "Diciotti", a disposizione della guardia costiera della marina militare italiana, ha raggiunto il porto di Catania dopo cinque giorni di navigazione al largo delle coste di Lampedusa, ufficialmente per uno
"scalo tecnico" in un "porto sicuro", dopo esser stata protagonista di
uno scontro fra Toninelli e Salvini.
Nella serata di ieri 20 agosto
il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Toninelli aveva dato l'ok all'attracco della nave nel porto di Catania,
superando l'impasse dei giorni precedenti. Ma la situazione è tornata rovente dopo
il veto allo sbarco dei migranti posto dal Viminale.
Salvini ha annunciato che non ci sarà alcuna autorizzazione allo sbarco f
inché l'Europa non darà certezza sula redistribuzione dei migranti nei vari Paesi UE.
I riflettori sono quindi puntati sull'Unione Europea, dalla quale si attende la
risposta per la redistribuzione dei migranti, ma
nulla di certo c'è all'orizzonte. "I colloqui con gli Stati membri sono ancora in corso, siamo al lavoro per trovare una soluzione al più presto", ha detto oggi una portavoce della Commissione europea per la Migrazione.
Nel frattempo resta alta la
polemica del Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che ha negato lo sbarco in Italia dei migranti tratti in salvo sulla Diciotti. Secondo il titolare del Viminale,
l'accoglienza dell'Unione Europea "non c'è" e
"nessuno ha rispettato i patti".
Parlando infatti dei
450 migranti sbarcati a Pozzallo a luglio, Salvini ha denunciato che "
solo la Francia ha mantenuto l'impegno, accogliendone 47 sui 50 promessi", mentre
Germania, Portogallo, Spagna, Irlanda e Malta ne hanno accolti
"zero". In particolare si
punta il dito su La Valletta, il cui operato è spesso dubbio: il ministro ha chiesto all'UE di indagare perché secondo i racconti dei migranti il governo maltese li traghetta di proposito verso l'Italia lasciandoli poi in mare in condizioni di pericolo.