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Banche, non solo quelle italiane hanno prodotto perdite record

Economia
Banche, non solo quelle italiane hanno prodotto perdite record
(Teleborsa) - Non si fa che parlare di banche in quest'ultimo periodo, dopo il controverso salvataggio delle 4 piccole banche con decreto del governo, ma soprattutto in seguito all'accordo sottoscritto con l'UE per risolvere il nodo sofferenze.

Il comparto bancario in Borsa ha continuato a scivolare - l'indice FTSE Italia Banks ha perso oltre l'8% ed il 29% dall'inizio dell'anno - facendo anche peggio del relativo settore europeo - indice DJ Stoxx 600 Banks -19% da inizio anno - tanto da alimentare i dubbi di un attacco speculativo nei confronti dell'Italia. E' proprio così?

A ben guardare, le banche italiane hanno accumulato pesanti perdite dall'inizio della crisi, che in Italia è stata avvertita solo nel 2011, quando lo spread iniziò a lievitare verso nuovi record storici. Le perdite accumulate da tutte le banche italiane, secondo Il Sole 24 Ore, si aggirano attorno ai 50 miliardi di euro, una cifra impressionante, ma nulla a confronto delle perdite accumulate da altre "colleghe" europee dall'inizio della crisi finanziaria del 2008.

Fra le banche inglesi, la sola Royal Bank of Scotland ha prodotto una maxi perdita di 48 miliardi di sterline, mentre Lloyds Bank in soli tre anni ha bruciato 5,6 miliardi di sterline. Entrambe hanno però trovato il supporto del governo di Londra, che le ha nazionalizzate sborsando centinaia di miliardi di sterline.

Anche le banche tedesche hanno conosciuto momenti drammatici, ad esempio la Deutsche Bank solo l'anno scorso ha prodotto una maxi perdita di 6,8 miliardi di euro, il doppio di quella accusata nel 2008, mentre l'altra big Commerzbank non si è più rimessa in piedi dopo la crisi e continua ad evidenziare una profittabilità in calo.

Non meglio per le banche francesi e per quelle spagnole: si pensi al crac di Bankia che da sola ha richiesto aiuti per 19 miliardi di euro, mentre l'intero sistema finanziario iberico ha costretto Madrid a mettere in campo la sua bad bank per rilevare le sofferenze con un esborso di 51 miliardi di euro.

Insomma, ogni Paese europeo ha avuto il suo "dramma", che ha risolto ricorrendo a nazionalizzazioni o mediante la creazione di bad bank, in grado di ripulire i titoli tossici ed evitare, con la garanzia statale, il naufragio del sistema finanziario. I mercati, poi, hanno sempre fiutato le situazioni più tese, penalizzando ora l'uno ora l'altro Istituto o gruppo di banche nazionali.

Speculazione mirata contro l'Italia quindi? Guardandola da questa prospettiva sembrerebbe più che altro un gioco alla roulette russa.




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